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Il richiamo al nazismo nella fantastoria

Ma a volte la realtà non basta. La fantastoria può allora intervenire in senso peggiorativo, ipotizzando una più lunga durata del lato oscuro. E siamo in distopia con la differenza che, mentre nelle soluzioni classiche vi è uno stacco tra presente e futuro, nella fantastoria la storia è prolungata con esiti infausti. In tale settore sono numerose le narrazioni che immaginano la vittoria del nazismo.

Swastika Night (1937) di Katharine Burdekin è stato scritto in anni in cui il nazismo poteva realmente vincere. Essa anticipa vari temi delle distopie totalitarie: prima di Orwell la falsificazione della storia, prima di Bradbury la distruzione dei libri, prima della Atwood la schiavitù delle donne.

Scritto a posteriori è The Man in The High Castle di Dick (1962, La svastica sul sole). Germania e Giappone hanno conquistato il mondo e si sono divisi gli Stati Uniti, in attesa di uno scontro finale. In seno al nazismo (pronto a conquistare lo spazio) si scatenano lotte di successione.

Il filone ha avuto diverse realizzazione e varie modalità. Già Lewis aveva immaginato che Roosevelt perdesse le elezioni, a vantaggio di un presidente parafascista, cosÏ anche in The Plot against America (2004) di Philip Roth, in cui Lindberg, trasvolatore dell'oceano, diventa presidente degli USA e instaura una politica filonazista e una persecuzione degli ebrei. La possibilità di una svolta destrorsa della politica americana conferma lo strisciante incubo della nazificazione totale.

Tratto da "SCRITTURE DELLA CATASTROFE" DI MUZZIOLI di Domenico Valenza
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