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Azione illocutiva e perlocutiva del messaggio pubblicitario


Quando usiamo il linguaggio in un atto di comunicazione per compiere un’azione dichiaratamente esercitiamo una forza illocutiva (un’illocuzione) esempio quando si chiede l’ora; quando l’azione è implicita (obliqua) e si agisce con scopo nascosto (adulare per adescare o usare prezzi civetta per attirare l’attenzione) esempio esposizione prezzi civetta che poi nel negozio la media è molto più alta, siamo di fronte ad una perlocuzione. La pubblicità è implicitamente (ma chiaramente) perlocutivo cioè deduttivo, finalizzato a spostarci da noi stessi per convincerci a fare quello che non volevamo. Si presenta a noi dicendo implicitamente che parlerà d’altro per lodare una marca, un prodotto, un servizio, adottare un certo comportamento. Questo essere esplicitamente perlocutivi è un paradosso della comunicazione. Questa dimensione perlocutiva della pubblicità, va completata con altre due caratteristiche: si tratta di un discorso esplicitamente finalizzato ad una valorizzazione positiva che ha a che fare con il contesto comunicativo del consumo.

Tratto da SEMIOTICA DELLA PUBBLICITÀ di Priscilla Cavalieri
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