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Il nome, il titolo, il tema


I testi non sono altro che espansione di configurazioni semantico-narrative già contenute nei lessemi. Tra testo e lessema, quindi, la differenza è solo in base alle dimensioni e non in base alla natura, che è la stessa. Affrontando il testo sorge il problema del titolo e del nome proprio, apparati ipertestuali che guidano la relazione tra testo e destinatario, il titolo svolge la duplice funzione di identificazione e intertestualità: combinazione di poche parole o anche di una sola che come lessema contiene tutte le possibilità narrative del dispiegamento sintagmatico del testo. Il titolo è mediazione anche perché segnala alcune caratteristiche proprie del testo che sono ipotizzabili e verranno poi smentite o confermate dal testo. Il titolo nomina poi il tema di fondo di un’opera, funge da anticipazione selezionando un elemento del tema di fondo e segnalandolo come principale. Crea l’attesa che porta alla fruizione completa del testo, è l’indice puntato verso il testo, crea aspettative nel destinatario e lo orienta nei meandri del senso. Secondo Derrida il titolo è una sorta di arconte. Il titolo diventa allora nome proprio del testo, nomina l’opera, la riassume, la cita e la simbolizza. Il nome contribuisce nella procedura di personificazione dell’oggetto che diventa vero e proprio attore.

Tratto da SEMIOTICA DELLA PUBBLICITÀ di Priscilla Cavalieri
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