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Alcuni modelli della comunicazione


Il primo modello elaborato dagli ingegneri americani Shannon e Weaver presenta in maniera elementare la dinamica della comunicazione. In questo modello, detto lineare, il processo che viene messo in atto è di tipo comportamentistico: inviato uno stimolo (la sorgente emette un segnale) si ottiene automaticamente una data risposta, certa e non alterabile (ricezione passiva da parte della destinazione). Seppur ancora di stampo lineare, il modello di Jakobson presenta aspetti meno meccanistici e maggiormente funzionali. Agli altri elmenti precedenti si aggiunge in primo luogo il codice come fattore primario caratterizzante la comunicazione umana e il contesto come condizionamento esterno della significazione. Il mittente è colui che instaura il meccanismo di semiosi produttiva, ovvero produce il messaggio attraverso un meccansimo di semiosi produttiva, ovvero produce il messaggio attraverso un meccanismo di codifica che rende manifesti dei significati attraverso delle manifestazioni sensibili; il ricevente mette in atto la semiosi ricettiva, ovvero attribuisce significati all’espressione percepita, decodificando il messaggio.
Il messaggio è qualsiasi segnale venga inviato da E a R con lo scopo di comunicare. Questo sarà realizzato attraverso un codice comune che stabilisce regole e corrispondenze determinate, note ai soggetti coinvolti nell’atto. È sempre il mittente a decidere che tipo di messaggio formulare e qualce funzione vuole far prevalere: così, a seconda di quale sia l’elemento dello schema che egli ritrae di dover privilegiare nella data comunicazione e in quel momento, si avranno funzioni dominanti diverse:
a) Espressiva o emotiva: il messaggio con funzione emotiva si ha quando il mittente mira ad esprimere un proprio atteggiamento riguardo a quello di cui si parla e vuole suscitare l’impressione di un’emozione determinata;
b) Conativa: il mittente vuole stavolta ottenere un effetto sul destinatario che, attraverso il messaggio, subirà una variazione del comportamento essendone influenzato passivamente, attraverso ordini, suggerimenti;
c) Referenziale: il mittente parla del contesto extralinguistico;
d) Fatica; il mittente elabora un messaggio in cui stabilisce, prolunga o interrompe la comunicazione per verificare la tenuta del canale, per attirare l’attenzione dell’interlocutore o assicurarsi della sua continuità;
e) Poetica: la funzione mette in risalto l’evidenza dei segni, privilegiando il lato estetico del linguaggio ed esaltando le scelte linguistiche per valorizzarne il contenuto;
f) Metalinguistica: riguarda gli enunciati in cui il messaggio ha per oggetto il codice stesso.

Tratto da SEMIOTICA E COMUNICAZIONE di Niccolò Gramigni
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