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La relazione tra illustrazione e testo scritto, Schapiro


Nel terzo saggio presentato, Parole e Immagini: letterale e simbolico nell’illustrazione del testo, il tema generale, portante, è quello del rapporto tra verbale e visivo, attualizzato nella relazione tra illustrazione e testo scritto di riferimento: un rapporto non necessariamente diretto, se è vero che l’illustratore non sempre si rifà al testo scritto, ma sovente si richiama alla tradizione figurativa esistente sul medesimo soggetto. Ciò significa anche ammettere che problema iconografico e problema semitico hanno significative tangenze, possibilità di fruttuosi intrecci: che in Schapiro l’analisi stilistica più accurata serve a determinare con precisione il rapporto di una data forma con il suo esatto contenuto storico e culturale. L’iconografia schapiriana non è riducibile né alla definizione storica, classica di iconografia, né alla sua reinterpretazione iconologica panofskiana: è in realtà uno strumento con duplice funzione ermeneutica lungo gli assi paradigmatico e sintagmatico dell’analisi di un testo figurativo, poiché serve a ricostruire tanto la tradizione visiva di un dato soggetto quanto il contesto effettivo di una certa realizzazione dello stesso. Per Schapiro l’applicazione di nozioni base della semiotica all’iconografia è quel che per Panofsky è l’iconologia rispetto all’iconografia, con una differenza: nel caso di Panofsky la lettura iconografica va intesa in alternativa netta a quella stilistica, formale; nel caso di Schapiro non c’è contrapposizione né giustapposizione, ma integrazione (afferma infatti che nelle raffigurazioni non è sempre facile separare significato e forma artistica). Si tratta di un’esplicita affermazione dell’indivisibilità di forma e contenuto, di un’effettiva bi-planarità semica che ha senso solo se si presuppone, nell’opera d’arte, un’accertata volontà comunicativa, oltre che meramente espressiva; laddove la prima venga a cadere, allora svanisce anche la possibilità di una lettura iconografica, ma non stilistica e di una lettura semiotica.

Tratto da SEMIOTICA di Alessia Muliere
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