Skip to content

Terapia di gruppo per l'anoressia


Il gruppo anoressico può essere paragonato ad un acquario, una situazione in cui è indispensabile la preparazione e il sedimento dell’ambiente, l’humus, la sua storia e il suo deposito organico. L’uso del gruppo è più confacente nella cura dell’anoressia rispetto all’assetto duale, per la sua maggiore capacità di sviluppare funzioni molteplici e simultanee, una maggiore frequenza di attività e di concentrazione di fattori sociali e generazionali.
Il terapeuta non può essere soggetto curante del dolore anoressico, ma può riuscire, con molto sforzo, a sviluppare funzioni di ascolto e di accoglimento, sopravvivenza, pazienza perché lentamente si formi quel sedimento utile a contenere e promuovere nuclei di pensiero, di vita e di mutamento. La mentalità di base del gruppo anoressico è correlata con lo stile del rifiuto del nutrimento e con gli assunti di base legati alla persecutività e all’impossibilità del dipendere e dell’accoppiarsi. Un gruppo di pazienti anoressici ha bisogno di molto tempo per sentirsi esistere, sentirsi contenuto e rappresentato da se stesso, per affidarsi senza che il sospetto corroda, espella o distrugga le piccole germinazioni verso la vita e la coscienza.
Nella prima fase, i legami hanno una qualità magmatica e caotica, la produzione inconscia è mitica, nella seconda essi acquisiscono qualità creative e realistiche e vi è un aumento della conoscenza e dell’individuazione.
L’emergere durante le sedute dei contenuti pulsionali e fantasmatici legati alla scelta originaria del sistema di negazione, scissione e autoesclusione, si presenta continuamente nel tempo, con caratteri sempre nuovi, più sostanziati dall’esperienza collettiva; promuove e seleziona movimenti identificativi e sentimenti di solidarietà e senso di possedere la propria attività di ricerca singola e comune, che si rivelano nel tempo notevolmente terapeutici.
L’appartenenza prima sintomatica e istituzionale, si trasforma nel tempo in appartenenza alla cura, attraverso il riconoscimento di un proprio mondo personale e soggettivabile.

Il gruppo ha 3 funzioni terapeutiche: la possibilità di appartenere, sentirsi esistere, la possibilità di migliorare l’autostima, connessa con la sensazione di essere capaci di dare vita ad un gruppo competente, l’opportunità di sentirsi aiutati, dall’esistenza di un gruppo valido, nell’affrontare le questioni quotidiane.
In un esempio clinico di gruppo terapeutico di pazienti anoressiche, fin dal primo istante la nascita del gruppo sembra già avvenuta, nonostante le pazienti non si conoscano e  la terapeuta è immediatamente inclusa. Le prime sedute si svolgono con la condivisione della descrizione del sintomo e dei suoi orrori; l’istituzione era sentita come un luogo certo e amico, che non avrebbe tradito e a cui tutte appartenevano. In questa “società segreta delle anoressiche” il rituale da compiere era quello di descrivere il sintomo ed occupò tutte le prime sedute. Solo lentamente si consentì l’ingresso a nuovi temi, riflessioni sull’ambivalenza, sul sentirsi doppie, sul terrore dell’abbandono, sulla certezza di non valere nulla, sulle passioni artistiche, sulla rievocazione penosa di eventi o abusi familiari, di lutti, di predilezioni materne mancate.
Ad ogni nuovo ingresso, il cerimoniale della descrizione del sintomo aveva lo scopo di fare da levatrice alle nuove nate, con la sollecitudine della memoria e la sapienza dell’essere anziano e di far ricevere alle pazienti più anziane nuovi elementi e riconoscimenti di sé. Il gruppo diveniva un corpo buono e condiviso, alla cui formazione ognuna aveva dato il suo contributo. Terminato il periodo di uso del rituale, il gruppo avrebbe dovuto ammettere di aver compiuto un’esperienza di nascita e di corporeità prima negate e che tale esperienza non era poi così impossibile o rovinosa. Secondo Anzieu, immaginare il gruppo come un corpo risponde alla necessità di antagonizzare con il fantasma soggiacente, quello del corpo smembrato e della disseminazione di sé. La situazione di gruppo è vissuta come sorgente d’angoscia con la stessa intensità con cui è vissuta come realizzazione immaginaria del desiderio. Come il sogno, il sintomo, il gruppo è in ciascuno dei suoi episodi l’associazione di un desiderio e di una sua difesa.
Il gruppo terapeutico transita attraverso una serie di tappe evolutive e le prime fasi della sua vita sono caratterizzate dal miscelarsi di sostanze molto primitive, caotiche, le quali tendono a creare un gruppo-massa che sovrasta la distinzione dei singoli e promuove l’elemento collettivo, magmatico, della messa in comune, sollecitando parti mentali individuali angoscianti e di difficile elaborazione.
L’idea è quella di offrire una superficie modulare incontro al tentativo del gruppo di ingessarsi o pietrificarsi, di negoziare insieme i tempi e i modi del rifiuto, di contrattare la scelta di morire, purchè il gruppo consenta al futuro di far ogni tanto il suo ingresso nel discorso del sintomo e di aprire lentamente la strada al cambiamento.

Valuta questi appunti:

Continua a leggere:

Dettagli appunto:

Altri appunti correlati:

Per approfondire questo argomento, consulta le Tesi:

Puoi scaricare gratuitamente questo appunto in versione integrale.