Skip to content

I primi movimenti nazionalisti in Albania e la Seconda Guerra Mondiale


Furono le grandi Potenze, riunite al Congresso di Berlino del 1878, con a capo il “Cancelliere di Ferro (Bismark), a manovrare una complicatissima rete di alleanze, promesse, minacce, concessioni e pretese, assegnando fra l’altro i territori albanesi alla Grecia, alla Serbia e al Montenegro e facendo rientrare l’Albania in quelle regioni rimaste sotto l’influenza ottomana.
Ma fu proprio il Congresso di Berlino che risvegliò l’animo degli albanesi: il fermento nazionale crebbe, da una parte per le sempre più feroci persecuzioni turche, e dall’altra per la paura di un ulteriore smembramento dell’Albania.
Iniziarono così i primi movimenti nazionalisti: nel 1878 il popolo albanese fece sentire la propria voce in tutta Europa.
Le personalità più eminenti del mondo albanese fondarono la “Lega Albanese”, assumendo due grandi compiti: quello politico, che consisteva nell’unire tutti i territori albanesi in uno Stato autonomo fuori dall’Impero ottomano, e quello culturale, che consisteva nel promuovere la lingua, la cultura e la letteratura albanese.
Nell’Ottobre del 1912, gli Stati confinanti con l’Albania (Grecia, Serbia e Montenegro) dichiararono guerra al regime ottomano dei giovani turchi, dando così inizio alla prima guerra balcanica.
Temendo una spartizione del loro territorio, i patrioti albanesi si riunirono a Valona, e costituirono un governo provvisorio, che il 28 Novembre del 1912 proclamò l’indipendenza dell’Albania, con Presidente Ismail Qemali.
La Conferenza di Londra, iniziata nel Dicembre del 1912, riconobbe ufficialmente nel 1913 tale indipendenza, decretando la creazione di uno Stato autonomo albanese, senza però definirne in modo esatto i confini, e assegnando la Kosovo alla Serbia.
Nell’Aprile del 1939, le truppe di Mussolini sbarcarono in Albania, e Vittorio Emanuele III venne eletto re d’Albania.
La guerra, 28000 morti su una popolazione di meno di un milione di persone, la distruzione dell’80 % del patrimonio edilizio, resero l’Albania un Paese che dopo la vittoriosa lotta di liberazione doveva ricostruirsi quasi da zero.
Essa divenne non solo “teatro di guerra” ma anche terra di rapina per ogni genere di sfruttatori senza scrupoli.

Valuta questi appunti:

Continua a leggere:

Dettagli appunto:

Altri appunti correlati:

Per approfondire questo argomento, consulta le Tesi:

Puoi scaricare gratuitamente questo appunto in versione integrale.