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Le alternative al processo ordinario nei Paesi nordici


Il panorama delle “alternative” al processo ordinario, è nei Paesi nordici piuttosto vasto e, oltre a giurisdizioni statali speciali come nel caso del processo del lavoro, comprende anche una moltitudine di organi privati o semi-pubblici, che si aggiungono all’ordinario arbitrato commerciale che viene utilizzato in maniera massiccia.
Tutti questi organi finiscono di fatto per far sì che le corti supreme solo raramente si pronuncino su dati problemi, così che sorgono preoccupazioni circa una presunta incertezza del diritto vigente.
Questa situazione ha, soprattutto in Svezia, condotto a interventi legislativi volti a rendere il processo ordinario competitivo rispetto alle forme “alternative”.
Il modello processuale attualmente utilizzato, sulla base della “parte sul processo” introdotta in Svezia nel 1948, delle riforme successivamente introdotte in Finlandia sulla base del modello svedese, e della “Legge processuale” danese del 1916, è caratterizzato da: oralità, concentrazione e immediatezza.
Per quanto riguarda il reclutamento dei giudici, esso è sostanzialmente basato su un sistema di tipo burocratico, in cui il reclutamento iniziale è in genere affidato alle stesse corti (in Svezia le corti d’appello), primariamente sulla base dell’esito di periodi di tirocinio.
Per quanto riguarda invece l’avvocatura, essa ha avuto nelle società nordiche uno sviluppo piuttosto tardivo, e solo in epoca recente è andata assumendo un prestigio paragonabile a quello delle sue corrispondenti di civil law e common law.
E’ significativo, al riguardo, il fatto che in Svezia e Finlandia tuttora la parte può stare in giudizio in ogni gradi di giurisdizione senza assistenza di difensore, né l’esercizio dell’attività difensiva è monopolio dei giuristi.

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