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Gli studi di P. Bordieau e il rapporto tra classe sociale e cultura


Gli studi del sociologo francese Pierre Bordieau hanno rinnovato l'analisi marxista delle classi, andando oltre una definizione solo economica. La Distinzione (1979) rappresenta il lavoro principale in cui egli delinea il rapporto tra classe sociale e cultura, basandosi una ricerca empirica condotta in Francia negli anni 60. Pur essendo influenzato sia da Marx che da Weber, B. definisce le classi in termini più generali e multidimensionali. Identifica infatti tre diverse forme di capitale:
1) capitale economico, che si riferisce alla proprietà e al reddito;
2) capitale sociale, costituito dalle reti di relazione sociale in cui sono inseriti gli individui;
3) capitale culturale, nelle due componenti di capitale scolastico e capitale ereditato, cioè costituito sia dal grado d'istruzione e conoscenze personali acquisito nell'istruzione scolastica, sia dalle conoscenze e competenze accumulate attraverso la socializzazione familiare.
Per collocare le persone nella distribuzione di classe bisogna tener conto dei modi in cui si combinano i diversi tipi di capitale, cioè delle dimensioni complessive del capitale. Ad un polo troviamo i liberi professionisti che appartengono alla classe superiore, e che possiedono sia capitale economico che capitale culturale; all'altro polo troviamo chi non possiede nell'uno ne l'altro e sono sia le classi popolari (operai e salariati agricoli), sia la frazione inferiore dei ceti medi, cioè gli impiegati di ufficio, con scarsi titoli di studio, poco reddito e pochi consumi. Secondo B, così come per Marx, anche a livello culturale le classi sociali dominanti cercano di affermare i propri interessi di classe.
Diversamente da Marx, concentra la sua teoria non su dottrine e ideologie esplicite, ma sui gusti, che considera delle vere le proprie pratiche culturali, cioè come dei comportamenti che incorporano la cultura della società, in quanto attraverso essi si manifestano concretamente i valori etici e giudizi estetici. È attraverso i gusti, ossia le preferenze di consumo, che nelle società capitaliste contemporanea si combatte una lotta da parte delle classi superiori per distinguersi dalle altre e per affermare il proprio sistema di classificazione sociale. Il gusto trasforma le cose e gli oggetti di consumo in segni distinti e distintivi, ed è dunque una vera e propria arma sociale.
Bourdieau mostra, attraverso l'indagine statistica, l'esistenza di una netta diversificazione di classe dei consumi in una serie di ambiti, dall'alimentazione alla cura del corpo, alla cultura in senso stretto. Dalla netta diversificazione delle spese tra 3 gruppi occupazionali interni alla borghesia, rileva l'esistenza di tre diverse maniere di affermare la propria distinzione rispetto alla classe operaia. Le strutture di consumo assumono, tra i professori da un lato, gli industriali e i grossi commercianti dall'altro, forme inverse che rispecchiano le strutture dei rispettivi capitali. Mentre le spese dei professori sono molto elevate per quanto riguarda la cultura, basse per i consumi alimentari e intermedie per la cura personale e la rappresentanza, il contrario avviene tra gli industriali e i grossi commercianti. A questi poi si contrappongono i liberi professionisti, che destinano all’alimentazione una quota del loro bilancio pari a quella dei professori, mentre alla cura personale e alla rappresentanza dedicano la percentuale più elevata tra tutti i gruppi sociali.

Tratto da SOCIOLOGIA DEI PROCESSI CULTURALI di Manuela Floris
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