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Ideologia come concezione del mondo di un'epoca


Mannheim formula una nuova concezione dell'ideologia, che chiama “totale”, riprendendo e ampliando la tesi marxista della connessione esistenziale del pensiero. Secondo Mannheim si tratta di passare da una condizione particolare di ideologia a una concezione totale, che emerge quando si sposta l'attenzione dal livello psicologico a quello della struttura mentale, dello stile di pensiero, del modo di affrontare la realtà di un'intera epoca storica. Mannheim prende in considerazione un metodo interpretativo di studio dei prodotti culturali, che si distacca dai metodi delle scienze naturali, e implica la loro collocazione all'interno di una totalità strutturata di cui essi costituiscono singole parti.
Individua tre livelli o strati di significato: 1) significato obiettivo, che riguarda semplicemente l'identificazione di un'azione; 2) significato espressivo, ossia l'intenzione soggettiva dell'attore sociale; 3) significato documentario, il significato totale che deriva dalla connessione dei singoli significati tra loro e dal metterli in relazione col principio dominante.
Quest'ultimo è il più complessivo e coincide con la concezione di un'epoca, che risulta dunque concepita non come qualcosa di statico, ma di storico e di modificabile. Mannheim propone una concezione positiva e neutrale dell'ideologia che va oltre l'approccio tradizionale dell'ideologia come falsa coscienza. È proprio nella tradizione marxista che troviamo diffusa una concezione dell'ideologia di questo tipo, in quanto viene ripresa e rielaborata l'immagine di Marx della sovrastruttura ideologica, che comprende tutti i fenomeni culturali e spirituali.

Tratto da SOCIOLOGIA DEI PROCESSI CULTURALI di Manuela Floris
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