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Sociologia della cultura


In Germania, negli anni 20, emerse il tentativo di dare vita a una sociologia della cultura e a una sociologia della conoscenza, intese spesso come equivalenti. Tra gli autori principali ricordiamo Alfred Weber, fratello minore di Max, Karl Mannheim e Max Scheler, ricordati per aver contribuito a questa fondazione.
Per A. Weber premessa necessaria della sociologia della cultura è il riconoscimento dell’esistenza di due mondi diversi:
1. l’universo oggettivo e universale delle forme dell’elaborazione scientifica, tecnica ed organizzativa;
2. l'universo soggettivo e particolare dell’elaborazione artistica, religiosa, letteraria, rituale.
Il materiale grezzo dell’esperienza nel primo mondo è plasmato dalla ragione e dall’intelletto, nel secondo è creato dal sentimento, precisandosi quindi come una sfera essenzialmente espressiva ed emozionale. Per definire questi due ambiti o sfere distinte e opposte Weber si serve dell’antitesi tra cultura e civilizzazione. Questa opposizione inizialmente contrapponeva la concezione romantica a quella illuministica della storia, mentre in seguito, alla fine dell'800 descrive la crescente razionalizzazione e meccanizzazione prodotte dall’affermarsi del progresso tecnico-scientifico in opposizione ai valori spirituali della cultura di un popolo.
In Weber la contrapposizione tra comunità e società si caratterizza come contrapposizione tra il mondo culturale, vicino ai sentimenti e ai destini vitali degli individui, e il mondo civilizzato, in cui il pensiero tecnico-scientifico della natura produce una razionalizzazione oggettiva e impersonale, estranea agli affetti e alla vita emozionale delle persone.
Ne consegue che solo la civilizzazione si sviluppa secondo un andamento progressivo; al contrario i prodotti della cultura non sono ordinabili in alcuna scala, si possono ripresentare nella stessa società in periodi diversi o contemporaneamente in società diverse, e non sono in questo senso confrontabili. Per la cultura non si può parlare di progresso ma solo di “fluttuazione” e “movimento”.
Con questo modo di intendere la cultura Alfred Weber non poteva che entrare in polemica col fratello, per quanto riguarda il modo stesso di concepire la cultura.
Mentre per Alfred la cultura si configura come un oggetto a sé stante, per Max invece la cultura è un campo di ricerca costruito in base a un’operazione di selezione e di attribuzione di significato. Per quest’ultimo non sarebbe possibile distinguere mondo della cultura e mondo della civilizzazione, né tantomeno attribuire ad uno un valore inferiore all’altro.

Tratto da SOCIOLOGIA DEI PROCESSI CULTURALI di Manuela Floris
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