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Il cinema di Michelangelo Antonioni - L'avventura -

 Il cinema di Michelangelo Antonioni - L'avventura -


Nel corso degli anni ’60 Antonioni, in cinque film, si lancia in una doppia riflessione sulla solitudine dell’uomo nella società e nell’amore, imponendosi come uno dei più singolari registi che abbiano mai affrontato problemi esistenziali. Con modi diversi, insieme a Fellini, rappresenta la rottura più netta col neorealismo.

L’avventura (1959)

Primo capitolo di una trilogia che prosegue con "La notte" e "L'eclisse", cui si aggiunge idealmente "Deserto rosso", "L'avventura" ebbe una genesi travagliata. Le riprese subirono mesi di interruzione, il ritiro del produttore, gravi problemi nel reperimento dei fondi, scioperi della troupe e persino un incidente che costrinse attori, tecnici e regista sull'Isola Bianca in balia del mare in tempesta senza coperte né cibo per diverse notti. A queste difficoltà di carattere pratico si aggiunga poi l'accoglienza fredda e critica che il film ricevette a Cannes, perché accusato di ledere una certa qualità di "valori" del cinema coevo. Il film riflette sull'estraniazione dell'individuo in una società che va via via meccanizzandosi, tema che ha dato origine ad un cinema che si potrebbe definire dell'alienazione.
Durante una crociera nelle isole Lipari Anna sparisce nel nulla. Il marito Sandro e gli amici la cercano disperatamente senza alcun risultato. Durante le ricerche, Sandro si innamora di Claudia, un'amica di Anna. I due, con il pretesto di continuare le ricerche in realtà intraprendono un viaggio d'amore. La nuova coppia, però, è destinata lentamente all'auto distruzione, mentre Claudia tenta di risolvere la crisi già nata con Sandro e di portare avanti un amore che reca con sé i peggiori auspici, forse perché nato dalla tragedia che ha colpito un altro essere umano. Anna è scomparsa, eppure ha lasciato l'ombra della sua presenza sulla coppia. L'epilogo si svolge a Taormina, dove Anna, sorpreso Sandro con una prostituta, fugge via. L'uomo la insegue, ma per il loro rapporto ormai è tardi. Il film contiene tutte le tematiche preferite da Antonioni: incomunicabilità all’interno della coppia, instabilità dei legami sentimentali, fragilità dei rapporti con ogni tipo di persona. Uno stile assolutamente scarno ed essenziale, con un ritmo continuamente spezzato, che lascia spazio solo a lunghe pause in cui non accade nulla se non la pura contemplazione della propria incapacità di vivere, amare ed agire.

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