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Il cinema di Ken Russel

Il cinema di Ken Russel


Ken Russell è invece, per antonomasia, il talento visionario degli eccessi sessuali. Regista barocco, eccentrico, nevrotico e geniale, ha mostrato sempre una spiccata attenzione condita da fantasmagoriche rappresentazioni figurative per le varie forme del delirio e del genio, tra soprannaturale e "diverso". Si rende famoso nel 1969 con Donne in amore, anche se il vero film scandalo è I diavoli, del 1970. Film barocco, truculento, debordante, è ambientato nella Francia del XVII secolo. Nel 1631, sotto il regno di Luigi XIII, il cardinale Richelieu, deciso a fiaccare definitivamente le velleità autonomistiche delle città di provincia, ordina la demolizione delle mura di alcuni centri. A Laudun il barone De Laubardemont, mentre presiede all'esecuzione dello ordine, trova un oppositore in Urbain Grandier, parroco di San Pietro, un sacerdote che pur manifestando una sincera religiosità conduce una licenziosa vita privata. Costui, abbandonata, incinta, Philippe Trincant, figlia di un magistrato, suscita in seguito enorme scandalo celebrando il proprio matrimonio con la giovane Madeleine De Brou. La fama di Grandier richiama l'interesse di suor Jeanne Des Anges, deforme e frustrata superiora delle Orsoline, la quale, allo scopo di stabilire con lui un concreto rapporto, gli offre il posto di direttore spirituale del proprio convento di clausura. Ottenuto un cortese rifiuto, la madre superiora passa ad uno stato di isterico furore che in breve trasmette anche alle consorelle. Il canonico Mignon, zio di Philippe, avuto sentore delle strane perversioni delle Orsoline, d'accordo con alcuni influenti personaggi ostili al parroco di San Pietro, attribuisce il fenomeno ad ossessione diabolica e ne incolpa Grandier, affidando le invasate suore agli esorcismi del fanatico Padre Barrè. Le orgiastiche e pubbliche pratiche esorcistiche, manipolate con cura e malignità, consentono a De Laubardemont di incarcerare e processare come stregone l'odiato parroco. Nel corso del processo, annientata prontamente ogni velleità di resipiscenza, suor Jeanne e le consorelle danno dimostrazione di sfrenata satanicità accusando Grandier, che viene sadicamente torturato e condannato al rogo. Pentito per la sua vita scandalosa, il parroco di San Pietro accetta i tormenti come espiazione dei suoi peccati e muore il 18 agosto 1634, rifiutando però stoicamente sino all'ultimo di confessarsi reo di colpe non commesse. Fu uno dei film più censurati della storia del cinema.

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