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L'alienazione dell'uomo in L’eclisse (1961) - M. Antonioni -

L'alienazione dell'uomo in L’eclisse (1961) - M. Antonioni -


Poco dopo la rottura di una relazione amorosa, Vittoria si lega ad un giovane procuratore di borsa, Piero. Gli appuntamenti tra i due si succedono, fornendo alla ragazza fugaci evasioni dalla noia di una vita monotona. Allorché un ubriaco ruba l'auto di Piero e quindi muore accidentalmente, Vittoria ha modo di constatare il cinico comportamento del giovane procuratore, che si preoccupa soltanto della carrozzeria danneggiata. Dopo uno dei loro soliti incontri, Vittoria riceve da Piero l'invito per un ulteriore appuntamento, al quale nessuno dei due si recherà perchè in essi, e soprattutto in Vittoria, si va affermando un'amara certezza: quella della invincibile solitudine degli uomini. Premio speciale della Giuria al XV Festival di Cannes, "L'"eclisse" porta alla estreme conseguenze la ricerca dell’autore sul progressivo annullamento dei sentimenti. Il 1962, evidentemente, non è più il 1959. La città non è più l'isola del "L'avventura": l'astrattismo dell'ambientazione è tanto più impressionante in quanto legato a scenari urbani ben conosciuti e, altrove, rassicuranti. Alla ricerca di geometrie architettoniche e umane tali da confortare la sua ricerca, Antonioni sceglie il palazzo della Borsa come uno dei massimi luoghi di alienazione dell'uomo moderno. La metafora è scoperta: il denaro e gli affari hanno preso il posto del cuore. Alla base de "L'eclisse" c'è una geniale intuizione: pensare, cioè, che durante un'eclisse di sole si possano fermare anche i sentimenti. Naturalmente ciò rappresenta un terreno molto fertile per un simile "esperimento": le ricerche passate sembrano approdare all'inevitabile conclusione che non soltanto i sentimenti, ma le coscienze stesse non hanno più diritto di cittadinanza nel mondo di oggi. Così, assumendo connotati quasi apocalittici, l'eclisse si trasforma nel presagio di una catastrofe individuale prima che collettiva. Il passo verso l'ultimo stadio non potrà che essere breve. Forse per questo Antonioni, ritenendo di aver concluso il suo rigoroso "viaggio in Italia" con la scoperta del colore in "Deserto rosso", si dedicherà a ricerche analoghe su orizzonti più vasti: dalla Londra di "Blow – up" agli Stati Uniti di "Zabriskie Point" all'Africa di "Professione reporter". Scoprirà, naturalmente, che il deserto umano è dovunque.

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