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Attori italiani anni Sessanta


Dopo un decennio di dominio del divismo delle maggiorati si assiste ad un passaggio di poteri al sesso maschile. Le dive dal cinema passano alla televisione e diventano le presentatrici dei programmi. Si distinguono nel firmamento divistico Marcello Mastroianni che viene salutato come latin lover reincarnazione di Rodolfo Valentino, duttile e malleabile sa entrare con naturalezza e leggerezza in tutti i suoi personaggi capace di attivare uno specchio di emozioni e sentimenti servendosi di mezzi minimi. Accanto a lui si sono affermati i quattro maestri della commedia che hanno assunto ruoli importanti incarnando, non più la bellezza e la virilità ma l’ambiguità sessuale, la crisi d’identità:
Vittorio Gassman La grande guerra ruolo di Busacca, Soliti Ignoti ruolo di Peppe. Il primato va Sordi per la diversità  e  rappresentatività dei ruoli proposti Storia di un Italiano, La grande Guerra.. Sordi ricorda Totò sotto l’aspetto di incarnare quei ruoli un po’ disonesti ma in fondo simpatici, molti vizi e poche virtù. Tognazzi viene arruolato dopo il grande successo della trasmissione 1,2,3 con Vianello in televisione verrà consacrato con le interpretazioni in La marcia su Roma e I mostri. L’ultimo approdato è Nino Manfredi che ha una tipologia di recitazione straniata molte Brechtiana mettendo in luce la maschera di perdente nato, capace di rappresentare la debolezza e la fragilità umana. Monica Vitti dopo essere stata per lungo tempo la musa di Antonioni rivela alti successi nel territorio della commedia con La ragazza con la pistola. L’oscar per La Ciociara lancia definitivamente Sophia Loren nell’universo divistico internazionale, grazie all’opera Matrimonio all’Italiana e la sua interpretazione di Filomena Marturano vivrà una lunga stagione senza la rivalità con le più giovani. Mentre Gina Lollobrigida non sembra più corrispondere ai canoni, Silvana Mangano fa di tutto per uscire dalle scene e dedicarsi alla famiglia ma mantiene il suo fascino misterioso quando si ripresenta nei film di Pasolini e Visconti.
Fanno la loro apparizione Claudia Cardinale, Virna Lisi, Monica Vitti, Stefania Sandrelli, attrici che sapranno unire bellezza e talento.
Da sottolineare l’affermazione di Gian Maria Volontè che lavora molto nella costruzione delle sue maschere.
Neglli anni Settanta è da sottolinearsi un casi divistico particolare Bud Spencer e Terence Hill mescolando lo spirito della slap-stick comedy con il film d’azione.
Già negli anni Settanta il divismo non è più assoluto ed accentuato come era in precedenza. L’importanza attoriale si è spostata alle produzioni televisive e sono pochi gli autori delle nuove generazioni registiche in gradi di valorizzare le doti attoriali.

Tratto da STORIA DEL CINEMA ITALIANO di Asia Marta Muci
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