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Giluiano successore di Costantino




GIULIANO “L'ANTICOSTANTINO”: Nel 337 qualcuno si era salvato dal massacro costantiniano. Giuliano, figlio seienne del fratellastro di Costantino, Giulio Costanzo. Giulio Costanzo lo aveva nominato Cesare nel 355, mandandolo a governare le Gallie. Le abili e fortunate campagne condotte dal ragazzo portano l'esercito ad acclamare Augusto il giovane generale, mentre il padre, intenzionato a muovergli guerra, muore improvvisamente in Pannonia. Giuliano nel 361 entra trionfante a Roma.
Giuliano è un personaggio di grande fascino, descritto alternativamente come un monarca traditore e blasfemo, apostata e pagano, arrogante e presuntuoso o come un romantico sovrano filosofo dedito al sogno impossibile di restaurazione nazionale. Giuliano nasce probabilmente nel 331 a Costantinopoli e viene educato al credo cristiano. Una volta maggiorenne, educato nelle università di Costantinopoli e Atene, si riconverte al paganesimo, entusiasmato dall'insegnamento neoplatonico e spinto non poco dall'avversione che aveva per la casa reale, responsabile dell'uccisione dei suoi familiari. Il suo regno dura 18 mesi ma quei 18 mesi sembrano impostati nella totale e volontaria opposizione a Costantino. Uno scontro virtuale tra Giuliano l'eroe della res publica e Costantino l'isoapostolo.
Giuliano propendeva per la lotta al cristianesimo e la restaurazione del paganesimo e inasprì la sua politica quando incontrò la forte opposizione del popolo, specie nella più cristianizzata delle città dell'impero, Antiochia, dove fu pesantemente irriso. Giuliano non voleva solo riesumare il paganesimo; voleva dargli nuova linfa vitale, innestandolo su una nuova base neoplatonica e fornendogli nuove strutture organizzative. Invidiava, infatti, l'efficace struttura gerarchica e le diffuse istituzioni caritative del cristianesimo.Le prime misure furono di carattere restitutorio, promulgando una legge che accordava tolleranza a tutti i credi e decretava la restituzione dei beni espropriati ai templi pagani. Sostituì il labaro costantiniano col monogramma di Cristo con le antiche insegne militari e sulle monete tornarono ad affacciarsi le immagini degli dei pagani. La legge di gran lunga più nota e interpretata come la più clamorosa iniziativa anticristiana fu quella detta de doctoribus et magistris, del giugno 362. Gli storici cristiani la ricordano come la misura più odiosa tra i provvedimenti dell'imperatore. La legge stabiliva che i maestri venissero scelti con cura dalla curie municipali tra i migliori per dottrina e costumi, che la scelta fosse approvata dal consenso dei competenti e che, infine, il decreto curiale venisse ratificato dallo stesso imperatore. Una legge che effettivamente poteva discriminare i maestri cristiani accusabili di non rispettare gli antichi costumi, ma c'è anche da dire che la richiesta del doppio requisito c'era già prima di Giuliano. D'altra parte conosciamo bene le idee di Giuliano sui maestri cristiani, espresse in uno scritto nel quale l'essenza del retto insegnamento è identificata nell'accordo tra ciò che il maestro insegna ai suoi discepoli e ciò in cui egli crede veramente. Il maestro, come il mercante che vende robe vili come se fossero gioielli, non può insegnare per denaro ai suoi discepoli le verità degli autori antichi e poi disprezzarle nel profondo del cuore. I maestri cristiani lascino dunque perdere l'insegnamento di Omero, Esiodo, Demostene, Erodoto, Tucidide, Isocrate e Lisia e vadano dai galilei a commentare Matteo e Luca. Sicuramente Giuliano avrà emarginato gli insegnanti cristiani ma non si può parlare di persecuzione. Nelle sue lettere dice di preferire nell'insegnamento i maestri pagani ma che i maestri cristiani non devono essere ingiustamente maltrattati.

Tratto da STORIA DEL CRISTIANESIMO ANTICO di Gherardo Fabretti
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