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Il distacco del cristianesimo dal giudaismo

La figura di Marcione

Il cristianesimo nasce dal giudaismo ma subito se ne allontana per il non riconoscimento in Gesù del Messia. Così il cristianesimo deve sancire la sua diversità dal giudaismo. Questo era già stato l'argomento principale del Concilio di Gerusalemme del 49 di cui si è già discusso. Paolo aveva sancito che fermo restando il valore di parola e di promessa di Dio della Torah, essa era privata del valore salvifico, ora incarnato in Gesù. Ma non tutti erano naturalmente d'accordo.
C'era chi riconosceva in Gesù il Messia ma sentiva ancora vincolante il rapporto con la Torah = tendenza giudeo cristiana o pagano giudeo cristiana, espressa soprattutto dalla letteratura apocrifa.
C'era poi chi, all'opposto, contestava interamente il giudaismo, come la Lettera di Barnaba, che precorre ulteriori sviluppi. La Lettera legge la Torah come intera prefigurazione neotestamentaria. Arriva così Marcione, che porta a compimento i propositi della Lettera di Barnaba. Marcione sostiene che c'è un contrasto insanabile tra antico e nuovo testamento. Le sue idee erano pericolose per una coabitazione pacifica delle due religioni e viene allontanato dall'Asia, finendo a Roma dove finanzia la comunità cristiana con 200.000 sesterzi. Cerdone gli trasmette una cultura accentuatamente gnostica. Nel 144 viene cacciato da Roma e fonda una serie di chiese marcioniste che per lungo tempo daranno noie. Ma qual è il messaggio di Marcione?
Non possediamo testi suoi e ciò che sappiamo lo prendiamo dalla letteratura polemica contro di lui,
Tertulliano e l'Adversus Marcionem. Il contrasto tra legge mosaica che esige la giustizia e legge vangelica che esige la grazia sono inconciliabili. Il Dio degli ebrei è un dio inferiore, un demiurgo creatore e giusto che ha dispensato una Legge severa e crudele. Il Dio vero si è rivelato con Cristo, ed è un Dio salvatore e buono che ha mandato il Cristo a salvare l'umanità e liberarla dalla Legge. La morte in croce era voluta dal Dio buono ma non era prevista dalla Torah e questo accentua la condanna.
Secondo Marcione l'unico ad avere avvertito questo contrasto è stato Paolo, e le sue Lettere, quelle che sottolineano maggiormente la novità del Vangelo rispetto alla Legge, che devono formare l'ossatura portante del Nuovo Testamento.
Secondo von Harnack Marcione non è uno gnostico ma il più coerente interprete di Paolo, che con le sue antitesi di Legge e grazia, Legge e vangelo, anticiperebbe la riforma protestante.
Non molti la pensavano come lui e i teorici cristiani, per evitare strappi, dovevano formulare una teologia della storia che facesse fronte allo stesso tempo alle obiezioni dei giudei e di Marcione, che conservasse l'essenziale della tradizione giudaica e la novità della rivelazione cristiana. Ci pensa Giustino che scrive un Contro Marcione che noi non possediamo, ma la soluzione è già presente nel Dialogo con Trifone. Il Dio della Torah è il creatore del mondo e signore della storia, Dio di giudei e cristiani. La Scrittura contiene la sua rivelazione ma il valore della Scrittura è essenzialmente quello di annunciare Cristo.


Tratto da STORIA DEL CRISTIANESIMO di Gherardo Fabretti
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