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La teologia di Ireneo di Lione (130 – 202)

La teologia di Ireneo di Lione (130 – 202)


Tra la fine del II secolo e l'inizio del III si assiste ad un poderoso sforzo della Chiesa per darsi un assetto dottrinale e organizzativo più definito. Dovrà affrontare innanzitutto tre grandi problemi.
- Il problema della Pasqua. Questo problema è un riflesso dei conflitti col giudaismo. Si trattava di stabilire se il 14 del mese di nisan era ancora il giorno della celebrazione del banchetto pasquale con l'agnello, o se il rito era completamente da abolire in quanto Gesù era l'agnello pasquale vero e unico. I giudeo cristiani infatti non volevano abolire il banchetto. Melitone e Apollinare, invece, che pure erano quattordecimani, sostenevano che la Pasqua cristiana aveva completamente abolito il rito giudaico della Pasqua. Nella Pasqua non si celebra più la consumazione dell'agnello ma la morte del Signore al posto dell'agnello. Ippolito conclude dicendo che quel giorno Cristo la Pasqua non l'ha mangiata ma sofferta.
- Il problema del montanismo. Era necessaria anche una presa di posizione contro molti vescovi montanisti. Il montanismo aveva suscitato notevole fascino sulle chiese d'Asia, per la loro sostanziale ortodossia, per l'entusiasmo profetico, per l'intransigenza morale. I maggiori vescovi del tempo temevano una degenerazione settaria del montanismo, che del resto suscitava numerose proteste dell'impero romano.
- Il problema dello gnosticismo. Era certamente il problema più importante. I seguaci degli gnostici dilagavano oramai dappertutto. La confutazione più organica e completa e organica dello gnosticismo viene proprio da Ireneo da Lione.
Ireneo nasce a Smirne nel 130 e la sua confutazione anti gnostica si compie tra il 180 e il 190 con i suoi cinque libri del suo Adversus Haereses. Fu allievo di Policarpo, vescovo quattordecimano messo a morte da Marco Aurelio. La teologia di Ireneo conserva molti elementi asiatiche (come l'accettazione della tesi millenaristica) ma l'orientamento della sua teologia è tipicamente romano. L'importanza di Ireneo è sicuramente in particolare nella dottrina antignostica, soprattutto valentiniana, che lo porta a fondare la prima vera teologia della storia del pensiero cristiano, dando una vistosa accentuazione a tutti quegli elementi teologici di carattere istituzionale (canone neotestamentario, tradizione ecclesiastica, poteri episcopali, primato romano) che saranno l'ossatura della nascente Chiesa cattolica.

Tratto da STORIA DEL CRISTIANESIMO di Gherardo Fabretti
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