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La fine dell'egeomina americana e russa – Giovanni Arrighi, Iftikar Ahmad, Miin-Wen Shih

La fine dell'egemonia americana e russa – Giovanni Arrighi, Iftikar Ahmad, Miin-Wen Shih


La vittoria degli Stati Uniti nella guerra fredda ha accresciuto il potere dell’Occidente capitalistico ma non ha aumentato il potere collettivo della civiltà occidentale. Al contrario, due fatti basilari della politica mondiale dimostrano che questo potere collettivo sia ulteriormente diminuito:

- Il primo fatto basilare è che entrambe le superpotenze della guerra fredda subirono sconfitte umilianti nelle guerre che intrapresero contro i popoli non occidentali. Data la sproporzionata superiorità militare delle due superpotenze, le ragioni di questa sconfitta si trovano su piani socio-politici: la fondamentale mancanza di legittimità degli obiettivi delle due superpotenze nelle guerre, non solo tra gli abitanti dei paesi in guerra, ma anche tra cittadini e alleati delle superpotenze. Il fatto che le due superpotenze si alternarono nel trarre vantaggio una dai fallimenti dell’altra non mette in ombra il fatto che il loro potere congiunto diminuì a ogni confronto.

L’altro fatto basilare, a partire dal 1970, è l’inasprimento dei vincoli economici sulla libertà d’azione di entrambe le superpotenze. Se fu principalmente nel terreno dell’alta finanza che gli Stati Uniti vinsero la guerra fredda, questa vittoria non dovrebbe farci dimenticare che nel settore fiscale-finanziario la crisi degli Stati Uniti come potenza mondiale precedette quella dell’Unione Sovietica ed è sopravvissuta in forme continuamente mutevoli, alla fine della guerra fredda.

Tratto da STORIA DEL MONDO CONTEMPORANEO di Domenico Valenza
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