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Il crollo di babilonia: i Cassiti

Il crollo di babilonia: i Cassiti (1600 circa - 1500 circa)

Dopo l’incursione ittita del 1595, l’Impero babilonese scivolò nel caos ed in pratica si spense. Di questa situazione di debolezza, nella quale Babilonia non era più in grado di controllare i suoi territori, approfittò il re cassita Agum II, che praticamente senza colpo ferire conquisto l’ormai trapassato Impero babilonese, incorporandone i territori che, nel vuoto di potere che si era creato, non opposero resistenza ed assumendo il titolo di Re di tutte le quattro parti del mondo. Fu Agum a riscattare dagli ittiti l’effige di Marduk (il Dio venerato in tutta la Mesopotamia) che era stata trafugata durante il sacco di Babilonia.
Verso la metà del XV secolo (1550 circa), proprio grazie alla conquista cassita, Babilonia tornò ad essere il centro politico della Babilonia, sia pure sotto il governo di una dinastia straniera. Assieme ai regni ittita, mitanno ed egizio, quello cassita di Babilonia era uno dei quattro maggiori stati della regione mediorientale. [cartina pagina seguente]
In effetti il regno cassita di Babilonia durò per ben 450 anni; nel 1225 a.C. il re assiro Tukulti-Ninurta I conquistò Babilonia, indebolendo il potere dei cassiti che, tuttavia, riuscirono a conservare il trono fino al 1155 ca. a.C., quando furono vinti da un altro sovrano assiro, Shutruk-Nahhunte I, che nominò re il proprio figlio, fagocitando anche la Babilonia nel grande Impero assiro e chiudendo, in un certo senso, l’epoca dei grandi imperi mesopotamici, ossia di quei regni che avevano come centro politico la Babilonia. Sotto quest’ottica il regno cassita di Babilonia si configura come l’ultimo di una gloriosa tradizione: una tradizione che parte dal primo regno sumero, ossia da quello che si ritiene abbia inventato la civiltà in Occidente. 

Tratto da STORIA DEL VICINO ORIENTE ANTICO di Lorenzo Possamai
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