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Serse, la seconda guerra persiana (486-465 a.C.)

Serse, la seconda guerra persiana (486-465)

Successore di Dario fu suo figlio Serse, il quale proseguì il tentativo paterno di conquistare il mono ellenico. Dopo aver soffocato una ribellione in Egitto e una, più circoscritta, a Babilonia, Serse, nell’autunno 481 dopo vasti preparativi, mosse contro al Grecia alla testa di un immenso esercito (seconda guerra persiana). Dapprincipio l’avanzata dei persiani sembrò inevitabile a causa della troppo grande sproporzione fra i due eserciti, ma i greci seppero combattere con una tenacia al limite dell’incredibile: nella grande battaglia campale delle Termopili, 4000 soldati greci resistettero sino all’ultimo uomo per bloccare l’esercito persiano e permettere alla flotta ateniese di mettersi in salvo. Quindi i persiani dilagarono in Attica, riuscendo a prendere Atene (la cui popolazione comunque, era già fuggita via mare). Frattanto però, la flotta persiana veniva attirata nella stretta baia di Salamina, dove era sbaragliata da quella greca, e costretta a riparare in patria. A questo punto la guerra si sospese per l’inverno. In primavera due altre grandi battaglie segnarono la vittoria greca: in Beozia, presso la cittadina di Platea, le forze coalizzate greche sconfissero l’esercito persiano (479), lo stesso giorno in cui la loro flotta conseguiva la vittoria navale di Micale, in Asia Minore. Per i persiani la guerra era ormai perduta; dovevano rinunciare definitivamente al controllo della Grecia, che diventava padrona del Mediterraneo. Serse morì nel 465, ucciso in una congiura di palazzo, che però fu vendicata  nello stesso anno da suo figlio minore, Artaserse, che gli successe dun-que sul trono imperiale. 

Tratto da STORIA DEL VICINO ORIENTE ANTICO di Lorenzo Possamai
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