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Il manifesto del smbolismo, 18 settembre 1886


18 SETTEMBRE 1886 IL MANIFESTO DEL SIMBOLISMO

viene pubblicato su Le Figaro, a opera di Jean Moreas.
Esso costituisce il manifesto ufficiale di questa nuova corrente, la quale intende l’arte non come un mondo di colori, ma come un mondo che si rappresenta con l’incisione, la monografia.
Risulta fondamentale per le idee che contiene; vi troviamo la parola SPIRITUALE che appare un po’ controversa perché in fondo lo SPIRITO e il REALE sono quasi sempre in contrasto.
Ma nonostante tutto, viene comunque individuata l’immaginazione non come forma di astrazione; si parte dalla realtà per evidenziarne poi altri aspetti, altri punti di vista.
Il Simbolismo nega le tecniche precedenti e con l’evoluzione dello spirito, le sensazioni diventano nuove attenzioni tradotte in una tecnica innovativa.
Il Simbolismo gioca infatti, su questa interdisciplinarità; avviene un continuo scambio tra l’immagine, il suono e la parola.
Come Seurat si interroga su quali siano gli effetti che il colore produce rispetto a quanto lo contorna, con questa nuova corrente artistica – letteraria ci troviamo dinanzi ad un accostamento delle parole; viene ampliato il concetto di realtà e non è detto che il simbolo escluda quest’ultima.
La lotta tra individui (basti pensare alla legge della lotta nella sopravvivenza del più adatto di Charles Darwin) viene sostituita dalla lotta tra le sensazioni, le idee, tutti elementi che vedono come centro d’azioni – punto di riferimento, il cervello!
Il loro obiettivo non è Soggettivare l’oggettivo (come vedo la realtà circostante e come la rendo) ma Oggettivare il soggettivo! Bisogna oggettivare il soggetto, esteriorizzare l’idea; focalizzare l’attenzione su come si guarda e non su cosa si guarda!

Tratto da STORIA DELL'ARTE CONTEMPORANEA di Fabio Pavani
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