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Il termine Rinascimento

Il termine Rinascimento

Il termine Rinascimento (con la erre maiuscola, inteso come periodo della storia dell’Occidente in cui tutto risuscita contemporaneamente: arte, scienza, lettere, cosmografia, geografia, anatomia, ma anche fede cristiana, attività economica, ricchezza, la concezione stessa del mondo, della vita, del destino umano), nacque in Francia nella prima metà dell’Ottocento, nel 1840 nell’ opera di Juales MIchelet (Introduction à la Renaissance), professore di storia al College de France. Ma Michelet non creò una parola bensì un concetto
storico, una fase della storia umana dell’Occidente da comprendere e definire. Il Rinascimento di Michelet non fu una restaurazione della purezza medievale; fu una negazione del Medioevo. Rottura della tradizione,Tabula Rasa. Nascita, morte e rinascita sono uniti in Michelet anche nella sua esperienza personale.
Rinascimento: termine che compare già nella Vita di Jacopo di Casentino scritta dal Vasari ma si afferma e diffonde nella storiografia artistica solo nella metà dell’Ottocento. La coscienza di appartenere a un’età nuova, succeduta alla lunga parentesi medievale come un ritorno agli ideali dell’antichità, costituisce il tratto più caratteristico del rinascimento inteso come fenomeno culturale. Da un punto di vista pittorico spetta a Masaccio il titolo di padre del Rinascimento; una periodizzazione ottocentesca ampiamente accolta dagli studiosi recenti con qualche dissenso solo in area anglosassone. Più corretto ammettere col Vasari che la vera rinascita della pittura fa perno su Giotto e che Masaccio realizza piuttosto una nuova rinascita. In effetti l’opera di Giotto si presenta tra il Due-Trecento come una rottura insanabile. La nuova rinascita di Masaccio nel terzo decennio del Quattrocento mostra affinità con la pittorica ars nuova avviata contemporaneamente nelle Fiandre da Van Eick: figure corpose, spazi reali, luce vera, ombre si sostituiscono ai ritmi favolosi e ai
colori puri del gotico internazionale. Uno degli elementi che distinguono la nuova rinascita di Masaccio dall’ars nuova di Van Eick come dalla rinascita di Giotto è il rapporto che la pittura stabilisce con le arti sorelle. Il Rinascimento quattrocentesco non può identificarsi con uno stile pittorico preciso. Esso è piuttosto descrivibile come un movimento artistico in divenire. Lo stile ideale classicheggiante costituisce uno dei tratti emergenti del rinascimento pittorico quattrocentesco; rientra nel desiderio di fare proprio il senso della vita e del moto e nella ricerca della vero-somiglianza che aveva portato alla conquista dello spazio unificato. Leonardo poi inaugurerà ciò che Vasari ha definito “maniera moderna”, la 3° età delle arti risorte, quella veramente felice, in cui la pittura, vinto il confronto con la natura e gli antichi, attinge ormai al suo zenit al punto che in Europa centrale, l’arrivo di opere di artisti italiani e la voga sempre più imperiosa del viaggio studio a sud delle alpi finiscono per unificare un paesaggio pittorico precedentemente assai più diversificato.
Per questa fase della pittura si parla di Manierismo, uno stile multiforme che non coincide con un reale momento di rottura rispetto al Rinascimento cinquecentesco (gli artisti manieristi intendevano mandare avanti quella artificiosità in cui identificavano il loro maggiore contributo).

Tratto da STORIA DELLA CRITICA D'ARTE di Alessia Muliere
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