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La descrizione storica di Bergamo di Marco Antonio Michiel



Con Michiel si entra nell'ambito veneziano. Sappiamo che discendeva da nobile famiglia patrizia, che coprì alte cariche pubbliche, che fu nel 1514 a Firenze, nel 1518 a Roma e che morì nel 1552. Possedeva una finissima educazione artistica ed ebbe stretti rapporti con artisti e dotti. Pubblicò solo una descrizione storica di Bergamo, bastevole a dimostrare la sua grande attenzione verso i monumenti artistici. L'Aretino gli riserva grandi lodi. Sappiamo da una postilla di una lettera di Summonte su Napoli, che Michiel avrebbe voluto scrivere una raccolta di biografie su scultori e pittori moderni ma che non compì l'opera perchè nel frattempo era uscita l'opera di Vasari. L'unica raccolta di materiale a noi giunta proviene dalle Notizie del disegno, che testimonia quanto ampia sia la perdita per noi e per il Vasari,che sull'arte settentrionale era poco informato. Le Notizie contengono, in forma di incompiuti abbozzi, notizie su opere d'arte del Veneto e della Lombardia, disposte secondo la topografia. Stile succinto che però rivela ricca vita interiore e visione elevata. Sono quasi tutte notizie derivate dall'esperienza diretta. Sfruttò abilmente le sue amicizie ai fini del suo lavoro. Per Padova ebbe a disposizione due fonti, perdute per noi ma di cui si servì anche il Vasari: la lettera latina del dotto pittore G. Campagnola a Leonico Tolomeo, collezionista e professore, e le comunicazioni del celebre scultore in bronzo Andrea Riccio. Niccolò Davanzi, veronese intagliatore di gemme, gli fornì notizie sulle monete. Pietro Summonte, in una lettera, gli fornì quello che per noi rimane il più antico compendio dell'arte napoletana. Michiel accenna anche ad opere che possedeva: quadri del Giorgione ad esempio. Dà notizia delle ricchissime collezioni veneziane, come il rotulo di Giosuè (oggi in Vaticano) e mostra di tenere in grande conto anche la scultura minore in bronzo, come il Bellerofonte di Bertoldo, oggi a Vienna. Dà, inoltre, notizie importanti sulla pittura dei Paesi Bassi. Mostra infine grande indipendenza e valore di giudizio quando analizza due ritratti di Gentile da Fabriano, con tecnica e perizia.

Tratto da STORIA DELLA CRITICA D'ARTE di Gherardo Fabretti
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