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Filosofia della natura in Schelling



La sua filosofia della natura deriva da alcuni problemi che Schelling pone quando studia Kant e Fichte: del primo egli vuole recuperare la cosa in sé sostituendolo con un principio assoluto da cui deriva ogni conoscenza sia della forma sia del contenuto. Mentre di Fichte non lo soddisfa il concetto secondo il quale anche la realtà esterna sia priva di una propria esistenza autonoma e dipenda dall’attività del soggetto. Ora egli è molto attento alle affermazioni di Kant a proposito della natura e del meccanicismo, ossia dell’applicazione del principio causa - effetto a certi ambiti della scienza; ora Kant aveva affermato che se tale principio non poteva essere applicato ai più semplici fenomeni organici, sostenendo che essi potessero spiegarsi solo attraverso il concetto di “fine”. Inoltre Kant aveva affermato che il mondo può essere concepito come una totalità unitaria, ossia un sistema di fini. Fichte invece concepisce la natura come un grande organismo unitario guidato da un’anima del mondo che anima anche la più piccola materia (un filo d’erba) che quindi non è inerte.

Tratto da STORIA DELLA FILOSOFIA CONTEMPORANEA di Carlo Cilia
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