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Filosofia dello spirito in Schelling



Essa è descritta nel Sistema sull’idealismo trascendentale ed è fondata sul concetto di autocoscienza e di Io. A differenza di Fichte egli non concepisce l’autocoscienza come soggettività pura, ma come sintesi di due attività dialetticamente opposte: da un lato infatti essa contiene un’attività limitata (detta reale)che produce l’oggetto che diventa come un limite per il soggetto. Tale attività è inconscia così che l’oggetto appaia come dato esternamente al soggetto. Dall’altro lato vi è un’attività illimitata e limitante (detta ideale), la quale consapevolmente va oltre il limite dell’oggetto e lo riconosce come una produzione inconsapevole dell’io. Esse allora non sono due attività separate ma incarnano la sintesi assoluta propria dell’autocoscienza. È in questo processo di sintesi infinito che si colloca l’intuizione intellettuale che esprime l’essenza dell’io, il suo essere produttore inconsapevole (attività reale) e consapevole(attività ideale) in un processo infinito. Vi è allora nel suo sistema una sorta di unione tra realismo e idealismo. L’Io è unità indissolubile di soggetto e oggetto, di spirito e natura, di attività consapevole e inconscia. Il vero idealismo allora non può che essere autentico realismo.

Tratto da STORIA DELLA FILOSOFIA CONTEMPORANEA di Carlo Cilia
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