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Morte di Dio e rinascita del superuomo



Secondo Zarathustra (personaggio di una sua opera) Dio è morto.
Questa espressione è stata interpretata in tanti modi: essa da una parte indica il disprezzo di Nietzsche verso quella tradizione cristiana che lo raffigurato come un punitore, un potenza da temere e quindi in questo modo ha sminuito la figura stessa del Dio considerato Assoluto e Infinito.
Dall’altra parte l’espressione messa in bocca a questo personaggio fa questa vuole sottolineare che “morti tutti gli dei è il superuomo colui che adesso vive”.  Il superuomo  è quell’uomo che può danzare libero senza costrizioni, sensi di colpa, principi morali che lo opprimono. Si tratta dunque di un superamento del tipo di uomo che c’è stato fino a questo momento.
Ma Nietzsche ci tiene a sottolineare che non si tratta di un modello d’uomo bello e confezionato, un modello che gli altri uomini devono seguire. Con  quella espressione egli vuole solo parlare di un uomo “pienamente realizzato in sé stesso”, ossia un uomo che svincolato dagli schemi che non gli permettono di essere uomo fino in fondo nella sua singolarità, creatività e originalità.
Se prima il superuomo era visto come un uomo capace di raggiungere l’equilibrio tra due impulsi vitali (apollineo e dionisiaco), dopo è stato concepito come l’uomo più potente che sta a capo dell’aristocrazia e comanda sui più deboli e meno capaci, adesso Nietzsche lo concepisce come un “oltre” l’uomo, ossia, che è assolutamente in grado di autodeterminarsi poiché è autosufficiente.

Tratto da STORIA DELLA FILOSOFIA CONTEMPORANEA di Carlo Cilia
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PAROLE CHIAVE:

Nietzsche
superuomo