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Nietzsche, Burckhardt e la storia



La storia e la vita: con lo sguardo rivolto alla Grecia arcaica, Nietzsche si sente estraneo dal mondo in cui è stato costretto a vivere per l’evoluzione della “cultura dell’intelligenza” che ha avuto inizio con Socrate. Per questo motivo si scaglia contro il presente accusandolo di non conoscere la vera cultura. Per questo motivo trova molto vicina la concezione dello storico dell’arte Burckhardt secondo il quale la storia è stata fatta da grandi individui che sono stati determinanti nel deviare o invertire il corso della storia. In generale il critico d’arte sostiene che lo sviluppo storico sia stato vittima di potenze che si sono scontrate nel passaggio da un’epoca all’altra con la progressiva vittoria di quelle più forti che hanno spazzato via le culture precedenti. È vero però dice Burckhardt che esistono “potenze” ineliminabili, quali lo Stato e la religione, i quali sono stati un fattore soppressivo nei confronti di quei movimenti culturali locali che per la loro poca forza sono sempre stati destinati a soccombere. Nietzsche condivide questa diagnosi negativa della storia e ne accentua la drammaticità assumendo un atteggiamento ancora più polemico nei confronti della società moderna.

Tratto da STORIA DELLA FILOSOFIA CONTEMPORANEA di Carlo Cilia
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