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Qualità dei dati della coscienza in Bergson



Già dalla sua prima opera saggio sui dati immediati della coscienza Bergson prende distanza dalla tendenza a considerare gli atteggiamenti psichici come oggetto di una misurazione quantitativa. Egli difende invece il carattere qualitativo dei dati della coscienza. L’aumento dell’intensità di una gioia ad esempio non consiste in una semplice espansione quantitativa, per cui questa gioia è prima racchiusa in piccolo spazio e poi in uno sempre maggiore, ma da un aumento qualitativo che dapprima ti fa sentire in uno stato di pace e poi può sfociare anche una qualità paragonabile ad una calore o una luce. Così anche avviene per i dati che provengono dall’esterno: per quanto essi siano dipendenti dal sensibile, vanno interpretati come atteggiamenti diversi qualitativamente. Un foglio di carta colpito da una luce più o meno intensa darà diverse percezioni che però non sono quantitative ma qualitative: il foglio di carta sarà percepito come bianchissimo (nel caso in cui la luce è forte) o grigiastro (nel caso in cui sia lieve).

Tratto da STORIA DELLA FILOSOFIA CONTEMPORANEA di Carlo Cilia
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