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Rickert e la filosofia dei valori


Rickert: (1867 - 1936). Le sue opere che vanno ricordate sono:
Scienze della cultura e scienze della natura (1899)
Il sistema filosofico (1921)
Riprende pari pari la distinzione tra scienze nomotetiche e ideografiche di Windelband. La distinzione allora non riguarda l’oggetto come nel caso delle scienze della natura nei riguardi delle scienze della cultura. L’obiettivo principale di Rickert è uscire dal relativismo che si insinuava tra le teorie storiciste => Tutti gli eventi sono storici e anzi e sono veri in quanto storici. La religione è una verità storica che oggi c’è domani potrebbe non esserci più, ed inoltre è un fatto stroico vero in relazione al suo tempo. In questo senso sembrano non esserci più valori precisi per il giudizio. Rickert partendo dal presupposto che non tutti i valori hanno uguale entità cerca di creare una filosofia dei valori che stabilisca quali sono quelli assoluti e necessari. Anche Kant in questo senso aveva cercato di fondare certezze (ecco perché Rickert è un neokantiano). La filosofia dei valori porta con se un’idea di filosofia come attività del giudicare (così come Kant aveva definito il giudizio sintetico a priori). Il giudizio a sua volta è la capacità di mostrare una determinata verità. Il giudizio sarà vero se si baserà su un valore universale e necessario: ma come facciamo a stabilire questi valori? Essi possono riscontrarsi in 6 ambiti: la logica (scienza della verità) l’estetica (scienza del bello) l’etica (scienza del bene) l’erotica (luogo della felicità terrena) la religione e la mistica (che va oltre la religione perché non è rapporto diretto e personale ma si allarga all’universale.

Tratto da STORIA DELLA FILOSOFIA CONTEMPORANEA di Carlo Cilia
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