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Romanticismo e "teoria dei colori" in Goethe


Goethe: consideriamo la sua opera forse più famosa il Faust che è certamente un’opera letteraria ma di grossa consistenza filosofica. Egli sviluppa la cosiddetta “Teoria dei colori”: essa è una teoria scientifica all’interno della quale sono mescolati principi filosofici. Si chiama così sulla base dei principi della luce. Egli è critico nei confronti del Romanticismo: riconsidera il sentimento d buon romantico, ma condanna l’eccessivo sentimentalismo. Personaggio eclettico; è vicino al romanticismo per le sue teorie organicistiche sulla natura: tutte le parti sono tra di loro in correlazione. Collegata a questa è la sua concezione panteistica. Il suo panteismo risale soprattutto a Giordano Bruno e Spinoza: tutte le componenti della natura sono espressioni graduali di Dio. All’interno del Faust è presente in maniera molto forte la concezione del “tendere a” ad vere sempre di più dalla vita. Faust era spesso portato alla fuga romantica dalla vita per evitare il dolore, pensando spesso anche al suicidio. Goethe mostra forse meglio di altri suoi contemporanei questa ambivalenza tra l’ambizione che il mondo ti fa scaturire e la fuga da quello stesso mondo che non ti soddisfa. Questa ambivalenza sottolinea come “romantico” voglia dire “problematico, contraddittorio, poliedrico”; non può esserci per questo periodo una vera e propria codificazione di un ben preciso sistema di pensiero. Goethe non crea un sistema filosofico in senso stretto perché non scrive un’opera specificamente filosofica: egli è un intellettuale non un filosofo sistematico.

Tratto da STORIA DELLA FILOSOFIA CONTEMPORANEA di Carlo Cilia
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