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Schleiermacher. Ermeneutica come teoria dell'interpretazione della realtà


Un altro aspetto importante nella riflessione di Schleiermacher è l’ermeneutica ed è proprio con questo filosofo che essa comincia a formarsi; fino a Schleiermacher l’ermeneutica era concepito solo come interpretazione dei testi sacri: con lui l’ermeneutica diventa teoria dell’interpretazione in generale della realtà. In certi casi coinciderà addirittura con la filosofia stessa. Perché un’interpretazione sia plausibile sia il testo che lo studioso devono appartenere ad un orizzonte comune. Di fatto però l’interpretazione non è mai definitiva e in un certo senso anche la traduzione è interpretazione. L’interpretazione sarà allora una sorta di circolo infinito detto anche circolo ermeneutico. Se infatti pensiamo ad un lettore che a distanza di qualche anno rilegge uno stesso testo e si accorge che esso non sembra più lo stesso, in realtà deve considerare che è lui storicamente cambiato: è un’altra persona a livello di esperienza preparazione culturale, per cui interpreterà il testo in maniera diversa, anche solo più ampia. A questo proposito parla di una pre-comprensione: quando ci approcciamo ad un testo, ci creiamo già un’aspettativa. Nel momento in cui subentra la comprensione, le nostre reazioni possono essere diverse, in relazione alle aspettative che avevamo prima di imbatterci in quel testo. La nostra vita allora è succube dei pregiudizi. Sarebbe sbagliato pretendere di affermare di essere esenti da pregiudizi: anzi chi è intellettualmente onesto si accorge dei pregiudizi che possiede, e cerca in qualche modo di assecondarli. In questo senso allora non può assolutamente esistere una ragion pura

Tratto da STORIA DELLA FILOSOFIA CONTEMPORANEA di Carlo Cilia
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