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Biblioteche e Accademie nel periodo umanistico-rinascimentale




La cultura umanistica si affermò prima nella penisola italiana tra il 300 e il 400 e soltanto nel 500 si diffuse nel resto dell’Europa. Il luogo caratteristico della produzione e circolazione della cultura fu la corte signorile e l’intellettuale assunse la nuova figura del cortigiano. In questo modo si sviluppò il fenomeno del mecenatismo: il principe accoglieva volentieri intellettuali e poeti per una duplice ragione: sia perchè essi portano prestigio a livello culturale alla corte, sia perché era fondamentale il loro parere nella gestione di rapporti politici e diplomatici. Questo fenomeno portò però allo stesso tempo una conseguenza negativa importante: la separazione tra la corte signorile, unica produttrice di cultura e la società: anche l’adozione del latino classico, ormai dimenticato e misconosciuto dai più favorì questo distacco. Presso la corte nacquero le nuove biblioteche ma anche e soprattutto diverse Accademie a partire dal 400. Nel 500 esse assunsero forme diverse, sempre meno “informali” (a mò di riunioni tra intellettuali) e sempre più strutturate. Ma le accademie nate le 400 diventarono subito famose: quelle alfonsina e pontanina a Napoli e quelle romana e aldina a Roma. L’Accademia più celebre fu cmq quella platonica ispirata e guidata da Marsilio Ficino a Firenze a partire dal 1463 sotto la protezione dei Medici.

Tratto da STORIA DELLA FILOSOFIA MODERNA di Carlo Cilia
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