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Cusano e l'infinità della conoscenza



Cusano fa una differenza importante tra due facoltà dell’uomo: la conoscenza razionale e l’intuizione. La prima è in grado di conoscere solo attraverso congetture, e cmq non è in grado di cogliere l’essenza di Dio. Il ragionamento attraverso l’intelletto può soltanto farci comprendere i limiti della nostra ragione. Insomma l’intelligenza ci fa conoscere, ma non ci permette di cogliere la verità. La mente umana è forma del mondo congetturale come la mente divina è forma del mondo reale. Ciò significa che la mente dell’uomo ricalca in “piccolo” l’infinita creatività della mente divina; e se la natura è frutto dell’infinità di Dio, le congetture sono il frutto dell’infinita creatività dell’uomo. Ecco allora che cambia il concetto di infinito: nonostante la sua indeterminabilità e per certi versi limitatezza (nella conoscenza di Dio e nell’incapacità di giungere ad una conoscenza definitiva e vera) l’infinità indica l’inesauribile fecondità della mente umana.

Tratto da STORIA DELLA FILOSOFIA MODERNA di Carlo Cilia
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