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Machiavelli e scienza politica



Attorno alla metà del 400, consumata la visione universalistica medievale, l’attenzione si sposta verso il repubblicanesimo, in particolare all’interno della città-stato. Ma il declino di questa e il ritorno ai vecchi sistemi di potere sposta l’attenzione sul principe. Machiavelli fu uno di quei pensatori che concentrò molto l’attenzione sulla figura del principe: il principe ideale deve essere mosso da sentimenti pacifisti e deve saper alternare il pugno d ferro ad un guanto di velluto nella gestione del potere. L’ottica di Machiavelli e degli scrittori interessati agli aspetti politici, attenta soprattutto ai segni esteriori del potere: il principe deve essere ben visto senza tuttavia accondiscendere molto alle esigenze dei sudditi ma agendo astutamente. Il mondo umano e l’agire politico sono da Machiavelli analizzati in una prospettiva di rigorosa immanenza. La comprensione storica diviene base dell’agire politico; e la scienza politica a sua volta trova nella storia che le fornisce i mezzi per agire, una ineludibile verifica dei fini che concretamente possono essere perseguiti. La storia allora non è più al servizio della comprensione della vita, ma al servizio della politica.

Tratto da STORIA DELLA FILOSOFIA MODERNA di Carlo Cilia
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