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Riforma protestante e controriforma cattolica




Altra essenziale trasformazione dell’epoca fu quella relativa alla rottura della respublica christiana in seguito alla Riforma protestante. Alla metà del 400 la Chiesa sembrava riacquistare la propria forza dopo la lunga sudditanza alla monarchia francese e la più o meno forzata residenza ad Avignone. Ristabilito lo scisma dopo il ritorno a Roma della sede papale e la piena autorità centrale del pontefice sulle tendenze conciliariste, la Chiesa sembrava avere adesso problemi non tanto di ordine temporale quanto spirituale e dottrinale. In questo periodo i papi furono piuttosto abili principi che esempi di devozione; il nepotismo faceva da padrone e il divario tra ecclesiastici e comunità cristiana desiderosa di esempi da seguire si fece sempre più grande. Lutero allora all’inizio del 500 denunciò la sempre più diffusa corruzione del clero e il meccanismo che si innescò superò di gran lunga le intenzione del frate agostiniano, sfociando in movimenti sociali. La riforma venne assumendo significati ogni volta originali in tantissimi stati a seconda del bisogno ad un tempo religioso politico economico sociale che incontrava. Di fronte a questa diffusione imprevista la Chiesa con coraggio intraprende una vera e propria Riforma cattolica al suo interno. Il Concilio di Trento (1545-1563) se avviò una riforma interna alla cattolicità, segnò anche definitivamente una frattura dottrinale tra due strade che saranno destinate a svilupparsi parallelamente, scadendo spesso nell’odio teologico. Il problema religioso andò internazionalizzandosi e divenne motivo di guerre feroci tra stati: il risultato fu la lunga guerra dei Trent’anni (1616-1648) che coinvolse pressoché tutte le maggiori potenze cristiane. Sarà da questa dolorosa lacerazione che nascerà l’Europa moderna. Matureranno temi come la tolleranza e la convivenza pacifica. L’Europa insanguinata nel nome di Cristo vedrà paradossalmente cadere le due potenze che se ne facevano garanti (Impero e Chiesa) e nascere invece una concezione secolarizzata della politica.

Tratto da STORIA DELLA FILOSOFIA MODERNA di Carlo Cilia
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