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Street photography


Tra i grandi nomi della storia della fotografia è sicuramente quello di Paul Strand, il cui nome diventa celebre nel momento in cui Stieglitz decide di esporre nella Galleria 291 le sue fotografie.

Egli si può considerare un allievo di Lewis Hine, dal quale sembra ereditare il senso etico e l’impegno morale, ma presenta anche una formazione che riconduce al pittorialismo.

Strand abbandona presto il pittorialismo e sarà importante l’ultimo numero della Camera Work, numero monografico interamente dedicato a lui che segna la nascita della street photography.
Tra il 1913 e il 1916, Strand scatta una serie di fotografie i cui soggetti erano spazi e oggetti comuni fotografati da una distanza così ravvicinata da sembrare astratti e perdere il loro valore d’uso.
Attraverso la street photography, cioè attraverso una fotografia a diretto contatto con la realtà, Strand riesce a ridurre questi spazi e questi oggetti a un giorno di forme e volumi.
È dunque evidente lo stretto rapporto che queste foto hanno con l’astrattismo e le altre esperienze d’avanguardia.
La poetica di Strand si basa su una continua trasfigurazione della realtà verso una dimensione astratta senza il ricordo ad alcun tipo di manipolazione sulle fotografie.

Esempio 1. "La staccionata bianca". 1916. → dimensione provinciale della vita americana, in cui la prospettiva è talmente appiattita tanto che sembra di osservare un quadro

Esempio 2. "Wall Street".
1915. → foto scattata da una finestra da una finestra della city hall, il cui gioco di forme è accentuato dalla presenza di rettangoloni neri che scandiscono in qualche modo l’avanzata delle figure umane che sono presenti in foto.
Nonostante l’atteggiamento naturalistico il modello di riferimento sono sempre le opere figurative d’avanguardie. È come se Strand, nel momento in cui scatta foto che immortalano la dimensione quotidiana, va a mutare la concezione spaziale inserendo soprattutto forme geometriche e giochi sapienti di ombre.

Esempio 3. "Cieca",
1916. → ritratto ravvicinato frontale, scattato in una viuzza di New York.

Nei suoi ritratti, Strand fotografa passanti appartenenti a classi sociali basse, spesso malfamate, soprattutto riesce a farlo a loro insaputa.
Egli riesce a modificare l’apparecchio fotografico in modo da dare ai passanti l’impressione che stia fotografando altrove. I ritratti non sono quindi mai frutto di una costruzione e di una posa consapevole del soggetto fotografato. Altra caratteristica è l’assenza di sfondo nella maggior parte delle foto, che fa emergere il carattere di documento con una forte portata sul piano sociale.
Le opere di Strand, oltre ad avere un loro valore intrinseco, sono anche importanti perché detteranno quelli che saranno i fili conduttori della fotografia del periodo successivo.

Gli anni della street photography sono i cosiddetti “anni della macchina”, cioè della progressiva industrializzazione di tutti i settori.
Mentre Strand non si piegherà mai a un’esaltazione critica della modernità, mentre sarà Edward Steichen a comprendere le potenzialità della fotografia come mezzo di comunicazione del prodotto.

Altri fotografi, riconducibili all’ambito delle avanguardie, collaboreranno invece con letterati e cineasti alla ricerca di una sorta di estetizzazione della società.
I fotografi statunitensi accetteranno questa logica produttiva cercando di integrarsi il più possibile nel sistema capitalistico.

Altro nome importante all’interno del filone della street photography è quello di Edward Weston, fotografo statunitense nato nel 1886. Per la sua formazione fu significativo un soggiorno a New York compiuto negli anni ’20 e l’incontro con Stieglietz e Clarence White.
Nel 1923 Weston si trasferisce in Messico dove, nonostante fosse sposato, vive una travolgente storia d’amore con Tina Modotti, anche lei fotografa.
Negli anni successivi il suo punto di vista cambia radicalmente e si assiste al passaggio dal concetto di fotografia come interpretazione a quello di fotografia come presentazione. Weston comincia a confrontarsi con oggetti legati alla più banale quotidianità, aderendo sempre di più alla realtà sfrondandola di ogni possibile implicazione dal punto di vista narrativo.
Gli oggetti sono solitamente ripresi molto da vicino, evidenziandone le configurazioni sul piano formale in modo tale da isolarli dal contesto di riferimento: ogni oggetto diventa degno di essere fotografato in virtù del semplice atto del vederlo in un certo modo che giustifica la presentazione dell’oggetto stesso.
• Volti, corpi, oggetti
• Sfondo neutro
• Decontestualizzazione degli oggetti
È come se Weston riponesse un’immensa fiducia nelle capacità di percezione della realtà del mezzo fotografico.
Egli va alla ricerca della bellezza in ogni oggetto secondo una visione panica dell’universo.

Esempio 1. "Toilette, Messico", 1925 → l’oggetto, ripreso da un’angolazione leggermente dal basso, è legato a una quotidianità “triviale”, ma viene decontestualizzato in modo da evidenziarne il gioco di luci e ombre e le curve, che ci ricordano quasi le forme del corpo umano (in particolare quello femminile).

Esempio 2. "Peperone n.30", 1930 → il peperone viene immortalato molto da vicino investito dalla luce naturale ma immerso allo stesso tempo nell’oscurità, tanto che le linee non le percepiamo come quelle di un peperone ma ci ricordano molto le curve del corpo femminile. Questa foto è diventata nel tempo un’icona della natura morta modernista.

Esempio 3. "Nudo sulla sabbia", 1936 → la figura femminile nuda è poggiata sulla sabbia, che funge da sfondo neutro ma allo stesso tempo la decontestualizza e sottolinea il richiamo a una bellezza di tipo classicista.

Esperienza altrettanto significativa è quella del Gruppo F64, nato in California e fondato dal fotografo Ansel Adams. Il nome è tratto da un riferimento sul piano tecnico, cioè l’F64, l’apertura minima del diaframma della macchina fotografica che dà come risultato la massima profondità di campo. La prima esposizione del Gruppo F64 si tenne nel 1933 presso la Ansel Adams Gallery.
Ansel Adams interpreta quelle che sono le lezioni di Paul Strand ed Edward Weston e le applica nell’ambito paesaggistico.
Nella sua opera emerge un sentimento epico e lirico della natura e l’esaltazione di una visione primogenia della Terra. Tra i suoi scatti sono famosi quelli scattati nella Yosemite Valley.

Esempio 1. "Luna sorgente su Hernandez", 1941.
Esempio 2. "Chiesa", inizio anni ’30.

Tratto da STORIA DELLA FOTOGRAFIA di Roberta Carta
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