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L’evoluzione istituzionale di Sparta

L’evoluzione istituzionale di Sparta comincia con l’opera di un legislatore, Licurgo, il cui nome era già leggenda presso i greci contemporanei. Sembra che sia vissuto attorno al 750, ma la mancanza di fonti scritte rende impossibile affermarlo con sicurezza. Ad ogni modo egli fissò la prima serie di leggi del popolo greco, trasformando la monarchia spartana da ereditaria ad elettiva ed erigendo tre nuove istituzioni (l’apélla, la gherusìa e gli efori) che avrebbero accompagnato la vita politica spartana fino alla fine della sua storia. Quella prevista da Licurgo fu una società dalle leggi ferree: conservatrice e militarizzata: Sparta non aveva un esercito: Sparta era un esercito! Inoltre essa non attraversò come la maggior parte delle altre polis l’età dei tiranni: si dice che Licurgo dopo aver scritto le sue leggi, fece promettere ai suoi concittadini di non modificarle fino al suo ritorno, quindi partì per Delfi dove si suicidò, ed esse non furono mai mutate. 
La monarchia era diarchica: i due re regnavano contemporaneamente sorvegliandosi a vicenda. Essi avevano compiti militari in caso di guerra e originariamente anche politici (che furono poi progressivamente avocati dagli efori). Sebbene il titolo di re si trasmettesse per via ereditaria, la carica era paragonabile a qualsiasi altra magistratura dello stato e le prerogative ad essa connesse erano regolate da precise leggi e norme. 
L’apélla era l’assemblea generale, in cui si riunivano periodicamente tutti i cittadini maschi maggiorenni. Essa aveva il compito di eleggere i magistrati, decidere le controversie per la successione al trono, di inviare ambascerie e di conferire la cittadinanza in casi eccezionali.
La gherusìa, tradizionale roccaforte delle famiglie più illustri ma comunque aperta a tutti, era composta dai due re e da 28 membri di età superiore ai 60 anni, eletti a vita. Essa giudicava il tradimento e i più gravi crimini di sangue, imponeva multe e dichiarava “infami” coloro che avevano tenuto comportamenti particolarmente riprovevoli, condannandoli così, di fatto, all’esilio o alla morte. I membri della gherusìa, detti geronti, erano eletti dall’apélla per acclamazione. 
Gli efori (sorveglianti), venivano eletti ogni anno dal popolo in numero di cinque e il loro presidente, l’eforo eponimo (quello che dava il nome all’anno), presidiava l’apélla e la gherusìa. Agli spettava il potere di proporre le leggi. Anche se originariamente il loro compito era solo quello di vigilare sull’integrità della vita politica, essi diventarono in tal modo l’organo più importante della costituzione cittadina.  

CONLUSIONE
Questo sistema politico particolarmente rigido e conservatore, accompagnato al forte senso della disciplina che permeava tutta la società, permise a Sparta una notevole stabilità politica. Il suo esercito, parimenti disciplinato e se necessario votato al sacrificio assoluto, divenne presto celebre in tutto il mondo antico ed ebbe fama di imbattibilità. Ciò permise agli spartiati di dominare su una maggioranza di molto superiore di iloti senza dover quasi ami ricorrere alla forza e, al contempo, di assumere un ruolo guida al limite dal comando presso le altre città del Peloponneso. Oggi Sparta è una piccolo paese di appena 5'000 abitanti, ma la fama di ciò che fu nell’antichità e il modello che ha rappresentato continua ancora oggi a far riflettere la filosofia politica. 

Tratto da STORIA DELLA GRECIA ANTICA di Lorenzo Possamai
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