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Il linguaggio musicale di Gershwin e Varèse


George Gershwin nasce a Brooklin, New York, nel 1898 e muore a Beverly Hills, California, nel 1937. Affinò la sua tecnica pianistica imitando i pianisti di ragtime bianchi e neri. Fu nel 1924 che arrivò la consacrazione, quando Paul Whiteman gli commissionò una pagina di jazz sinfonico per la sua orchestra, la Rhapsody in Blue. La forma disorganica rivela l’autodidatta (e infatti fu orchestrata da Grofè) ma contiene splendide idee melodiche. L’opera Porgy and Bess era tutta ispirata al canto popolare nero e solo tardivamente fu riconosciuta come capolavoro del teatro musicale moderno.
Fu uno dei più popolari musicisti del XX secolo e la fama ottenuta in vita ne sancì la straordinaria fecondità di invenzione melodica. Figlio del ragtime, portò sempre amore e rispetto alla cultura nera e i jazzisti lo ricambiarono rielaborando spesso le sue composizioni. I Got Rhythm è il secondo giro armonico più comune nel jazz, dopo il blues.
Edgar Varèse (Parigi 1885 – New York 1965) visse quasi sempre a New York e tornò a Parigi solo dal 1928 al 1933. Musicista isolato, Varèse perseguì in modo originalissimo un ideale radicale di rinnovamento del linguaggio musicale, precorrendo concezioni della “nuova musica” del secondo dopoguerra, soprattutto per quanto riguarda il gusto audacissimo per la materia sonora.
La conseguenza più marcata di questa ricerca è l’impiego di organici inconsueti per ampiezza e formazione – lo spazio riservato ad ogni tipo di percussioni è sempre ampio – con i quali Varèse crea sonorità nuove, tali da annullare spesso la tradizionale linea di demarcazione tra suono e rumore.

Tratto da STORIA DELLA MUSICA di Gherardo Fabretti
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