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La Spagna di Manuel de Falla


Manuel de Falla nasce a Cadice nel 1876, e muore in Argentina nel 1946. Nel 1907 si stabilisce a Parigi, dove conosce Dukas, Debussy e Ravel. Nel 1915 torna in Spagna, diventando amico di Federico Garcia Lorca. Nel 1939, al termine della guerra civile, si trasferisce in Argentina. Dopo il balletto La vida breve, in cui l’ispirazione spagnola si unì per certi versi al gusto verista, i tre pezzi per pianoforte e orchestra Notti nei giardini di Spagna (1915) segnarono il momento della piena maturità. Con la musica per il balletto L’amore stregone (sempre del 1915), segnò il superamento delle ascendenze impressionistiche in nome di una strumentazione più netta ed essenziale, e di una sottolineatura dell’aspetto ritmico, avviando una svolta decisiva nella sua produzione, assieme ad un altro celebre balletto, Il cappello a tre punte (1916).
L’esuberanza di questi lavori lasciò poi il posto ad un gusto severo ed ascetico, riscontrabile ne Il teatrino di Mastro Pietro e nell’aspro Concerto per clavicembalo e 5 strumenti. Il problema di Falla era, come per tutti i giovani compositori, specie di quelli che si trasferivano nell’epicentro dell’avanguardia, come salvaguardare la propria identità stilistica e la propria personalità creativa, di fronte a colossi di originalità come Stravinskij, Debussy e Ravel, che colpirono De Falla per la loro sommaria conoscenza della Spagna autentica che non inficiò assolutamente la loro naturale capacità di ricavare componimenti originalissimi traendo spunto dalle tradizioni folcloristiche del suo paese. Falla fece della Spagna il suo motore propulsivo unico.

Tratto da STORIA DELLA MUSICA di Gherardo Fabretti
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