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Gaetano Mosca e il concetto di minoranza organizzata


In tal senso non riteniamo necessariamente legati il concetto di minoranza organizzata e quello di critica del regime parlamentare e del suffragio universale, idea che Mosca aveva individuato come chiave di volta della crescita quantitativa e qualitativa del fenomeno mafioso, e che la critica ha generalmente bollato come uno dei limiti del pensiero di Mosca. In realtà, supposta la democrazia come sfondo irrinunciabile dell'agire politico, il problema non è più la lotta fra minoranze organizzate per la conquista del consenso sociale bensì l'accettazione delle regole condivise della lotta e della garanzia di pari opportunità per i soggetti che in essa si impegnano. Se poniamo il discorso in questa maniera, allora il concetto di minoranza organizzata in un regime democratico trova un criterio di giudizio più equo, e il problema mafioso trova collocazione adeguata, essendo la connivenza tra mafia e politica l'emblema della partecipazione che sfrutta in modo illegale e con violenza gli strumenti essenziali della democrazia, soprattutto il voto, espressione etica di volontà popolare.
Un allargamento della prospettiva di Mosca consente, poi, di individuare l'invito urgente a non perdere di vista il carattere politico dell'azione pedagogica, che nei suoi tentativi di mettere in campo percorsi alternativi all'educazione mafiosa compie innanzitutto un'opera fondamentale di difesa del vivere civile. È necessario, infatti, promuovere il diffondersi dell'istruzione, aumentando le possibilità reali di lavoro per i giovani scolarizzati.

Tratto da STORIA DELLA PEDAGOGIA di Gherardo Fabretti
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