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La nostra scuola, Armando Carlini



LA NOSTRA SCUOLA. Nel 1926 appare La nostra scuola, opera di Armando Carlini, frutto di un corso di lezioni tenute all'Associazione Magistrale Fascista di Trieste. Carlini intende difendere lo spirito della Riforma, mostrare come non si possa più tornare indietro e spiegare come essa sia l'esito necessario di un processo storico. L'opera di Carlini è illuminante della mentalità e dello stato d'animo di gran parte della cultura del tempo.
Carlini non mancò di spendere parole a favore del positivismo, che aveva avuto il merito di diffondere notevolmente il sapere scientifico ed elevare il livello dell'istruzione e di richiamare l'interesse dell'uomo allo studio dei fatti. Anche il socialismo, disse, ebbe conseguenza benefiche per la nazione, come l'avere portato in prima linea le classi lavoratrici, l'avere valorizzato le fonti della ricchezza nazionale, l'avere permesso il fiorire delle industrie.
Ma i danni furono pari ai meriti: secondo Carlini, da allora il verbo socialista ridusse tutti i problemi dell'uomo alla questione economica. Il neoidealismo di Croce ha questo merito: avere recuperato il senso dell'ideale e di aver fatto sì che il problema della scuola diventasse un problema politico, rinnovando spiritualmente la vita civile italiana. La forza del modello idealistico era proprio il suo essere intriso di spirito civile.
Ci si è spesso chiesti se la storiografia attualistica gentiliana sia o no militante. La risposta è si e no. Esaminando il modello proposto da Gentile c'è sicuramente l'impegno civile ancorato all'attenta disamina delle fonti e della realtà storica, ma non esiste una aprioristica indicazione. È chiaro che negli anni del fascismo trionfante, buona parte della storiografia pedagogica farà dell'attualismo e del fascismo l'esito inevitabile del processo storico, ma l'apporto attualistico non può essere ridotto a questo. Proprio il concetto di impegno, infatti, dischiude altri spazi, peraltro ritrovabili in allievi di Gentile che dall'attualismo sono partiti per approdare ad altri lidi, sviluppando l'armamentario attualistico in diverse e talvolta contrastanti direzioni.

LA VALIDITÀ DI UN MODELLO. Tiriamo dunque le somme. Il modello storiografico idealistico, nella formulazione e nella realizzazione di Gentile, non solo conserva l'acribia degli studi filologici di matrice positivistica ma inserisce nella storia della pedagogia quell'impegno civile e quella vis teoretica non sempre esistente nella storiografia pedagogica ottocentesca. Il tutto in Gentile non è semplicemente ancorato ad una mera storia delle idee, ma ad una storia delle idee fortemente incarnate nel corso degli eventi concreti e tuttavia sempre capaci di svolgere un ruolo guida, quale appunto si conviene ad un pensiero che sia tale.
Spesso modello attualistico e storiografia ufficiale del regime hanno finito per coincidere, soprattutto a causa dello stretto legame tra Gentile e Mussolini. In realtà non è vero che storiografia attualistica e storiografia pedagogica del regime coincidono: il discorso attualista è molto più aperto, e ciò è facilmente riscontrabile dai percorsi diversi del socialista Codignola e dell'inquieto Volpicelli, entrambi partiti da modelli attualisti. La diaspora attualistica per propria natura non poteva che aprire nuovi discorsi in fieri.


Tratto da STORIA DELLA PEDAGOGIA di Gherardo Fabretti
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