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Le elezioni del ’61 in Turchia

Le elezioni del ’61 in Turchia vedono la vittoria del Partito Repubblicano del Popolo, e un buon risultato per il Partito della Giustizia. Gursel viene eletto Presidente della Repubblica, e nomina Inonu al Governo. Una serie di difficoltà interne provocano due crisi di governo, in seguito alle quali Inonu è costretto a dimettersi. Il nuovo governo del ’65 guidato da Urguplu è composto dal P. della Giustizia, dal P. contadino nazionale e dal P. della nuova Turchia. In questo periodo nascono forme di protesta delle minoranze etniche (curdi), delle organizzazioni di sinistra e musulmane. Il movimento sciita forma il Partito dell’Unità. Nel ’65 le elezioni politiche segnano la vittoria del Partito della Giustizia guidato da Demirel, mentre il P. nazionale dei contadini diventa il Partito di Azione Nazionale (destra nazionalistica) di Turkes (sezione giovanile: Lupi grigi). Nel ’66 per motivi di salute Gursel cede la Presidenza a Sunay. All’interno del Partito Repubblicano del Popolo di Ecevit, uscito sconfitto dalle elezioni, avviene una scissione. Nasce il Partito della Fiducia. Nel frattempo il governo teme sempre più un complotto comunista o il diffondersi dell’ideologia comunista nella società. Per questo viene rafforzato e ampiamente sfruttato il MIT, organismo di tutela della sicurezza interna, che attua politiche violente e repressive. Si rafforzano le ali estreme, a sinistra con azioni di guerriglia e a destra con la nascita di organizzazioni segrete paramilitari. Alle elezioni del ’69 è evidente il distaccamento della società della politica, ma comunque vince ancora il Partito della Giustizia. Tuttavia Demirel non riesce più a gestore il governo e costituisce un nuovo gabinetto espellendo dal Partito della Giustizia i suoi oppositori, che fondano il Partito Democratico.  Nel ’71 gli scontri si fanno sempre più drammatici, finché le forze armate non inviano un ultimatum al Presidente della Repubblica. Demirel si dimette lasciando il governo a Erim, del Partito Repubblicano. La pressione dei militari induce il governo a sciogliere il Partito nazionale di Erbakan (religioso) e il Partito turco del lavoro. Viene proclamata la legge marziale in molte province, i terroristi vengono uccisi e gli oppositori processati sommariamente. Decade la legalità democratica e l’immagine nel contesto internazionale è rovinata. Nel ’72 Erim si dimette lasciando il governo a Melen (Partito della fiducia) e il Presidente della Repubblica diventa Talu. Intanto il Partito repubblicano e il partito della fiducia si fondono nel Partito Repubblicano della Fiducia. Le elezioni politiche del ’73 vedono vincere il Partito Repubblicano del Popolo guidato da Ecevit. Emerge il Partito della Salvezza Nazionale di Erbakan, incentrato su tematiche religiose. Il programma di governo è di tipo socialdemocratico e vuole conciliare la laicità kemalista con la fede islamica. Gli anni ’70 sono segnati da una netta crisi economica (forte presenza statale) e dalla ripresa di attività terroristiche armene.
Nuovo intervento militare - Il disordine sociale, la crisi economica, la minaccia della guerra civile e l’incapacità della classe politica di gestire tutto ciò porta a un nuovo intervento dei militari nel ’80. Il capo di stato maggiore Evren scioglie il Parlamento. Uno dei motivi principali di questo intervento è la preoccupazione destata dalla rivoluzione di Khomeini in Iran, che causa un avvicinamento tra il Partito di Erbakan e il movimento degli ayatollah. I militari restano per tre anni, varano una nuova legge elettorale e nel ’82 la nuova Costituzione è approvata da un referendum. Il generale Evren viene eletto Presidente della Repubblica. Nell’83 si rivà alle elezioni, ma possono partecipare solo Partito nazionale democratico, Partito del Popolo e Partito della madrepatria (che ha assorbito il p. della Giustizia), che vince le elezioni guidato da Ozal. Questo avvia un governo dalla politica liberale, che ha come obiettivo l0igresso nella CEE. Nel ’85 nasce il Partito della Sinistra Democratica e il Partito del Popolo e il Partito Socialista Democratico si uniscono. Per attirare investimenti il governo crea delle free trade zones. La politica di Ozan di fatto provoca dei miglioramenti nell’economia nazionale, anche se peggiorano le condizioni dei ceti meno abbienti. I partiti di opposizioni approfittano delle difficoltà del governo per farsi promotori degli interessi delle varie classi sociali. Alle elezioni dell’87 il partito di Ozal diminuisce i suoi consensi ma vince. Nel ’89 Ozal viene eletto Presidente della Repubblica (il primo civile). In seno al Partito della madrepatria si crea un’alleanza tra ultra-nazionalisti e fondamentalisti islamici. Negli anni ’80, infatti, è inarrestabile la nascita di gruppi e movimenti islamici, e riprende la lotta dei curdi per un Kurdistan indipendente. Nasce il partito dei lavoratori del Kurdistan (PKK) di Ocalan. Durante la guerra del Golfo la Turchia prima mette a disposizione le sue basi e poi interviene direttamente, per disfarsi del problema PKK, che aveva la sua base in Iraq. Le elezioni del ’91 segnano la vittoria del Partito della giusta via di Demirel, che ha come obiettivo la soluzione del problema curdo e l’ingresso nella CEE. Si accentuano gli scontri tra guerriglia kurda ed esercito turco e aumenta la guerriglia urbana della Sinistra rivoluzionaria. Questa situazione spinge alla creazione del partito della grande unità, un progetto di sintesi turco-islamica. Nel ’93 muore Ozal, e Demirel viene eletto Presidente della Repubblica. Questo nomina la Ciller come primo ministro. Questa avvia un programma di stabilità, che comincia a dare i suoi frutti, quando si inaspriscono gli scontri con il PKK. Nel frattempo il Partito del Benessere di Erbakan raddoppia il suo elettorato e nel ’95 diventa primo partito. Il consenso è da trovarsi specialmente presso le confraternite sufi. Il governo Erbakan è più propenso a stabilire relazioni economiche e politiche con i paesi musulmani, e questo mette in difficoltà Usa e paesi NATO. All’ombra delle confraternite si sviluppano gruppi estremisti di militanza armata, come quello degli hezbollah. Nel ’97 Erbakan rassegna le dimissioni e le forze armate impongono un programma finalizzato ad arginare l’estremismo islamico. Il Partito del Benessere viene sciolto nel ‘98, ma la sua eredità viene raccolta dal partito della virtù, che diverrà anch’esso primo partito. Nel ’99 a sorpresa le elezioni sono vinte dal Partito della sinistra democratica di Ecevit, che riporta i finanziamenti occidentali in Turchia.

Tratto da STORIA DELLA TURCHIA CONTEMPORANEA di Giulia Dakli
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