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Rosmini: L’organizzazione politica dello stato


La sua concezione della politica e della società si esprime in un preciso ordinamento costituzionale dello stato che riconsidera le vicende del costituzionalismo europeo a partire dalla Rivoluzione francese.
La questione fondamentale per quanto riguarda l’organizzazione politica dello stato si riferisce all’individuazione dei principi, delle norme e degli organi costituzionali che eliminino ogni possibilità di affermazione del nuovo dispotismo manifestatosi nel corso della rivoluzione francese. Si lottò contro il dispotismo della monarchia dell’antico regime e si ritenne di averlo abbattuto ma non si sospettò neppure che potesse manifestarsi un altro dispotismo.
La società civile presuppone altre 3 forme di società: la teocratica, la società dell’uomo con Dio; la familiare; quella del genere umano. Esse sono distinte e non sono riconducibili e risolvibili nella società civile. Questa è caratterizzata da un potere supremo e universale finalizzato a regolare le modalità dei diritti di tutti gli associati. La formazione di questo potere è il risultato di un lungo processo storico nel corso del quale si è venuto affermando l’elemento civile promosso dagli individui e dal popolo di contro all’elemento signorile rappresentato dalle famiglie aristocratiche. La caratteristica dell’elemento signorile si esprime nell’assoluto primato degli interessi familiari ai quali sono subordinati le attività e le esigenze della società, mentre l’elemento sociale o civile dà vita ad una organizzazione pubblica avente una propria autonomia che tutela il principio individuale. La dialettica tra la signoria e il sociale-civile, tra il dominio aristocratico feudale e il popolo caratterizza il processo di formazione dello stato moderno che si conclude con la rivoluzione francese.
Dopo l’esperienza rivoluzionaria si manifesta il principio costitutivo della società civile per regolare le modalità di diritti degli associati. Acquista così rilievo il concetto di diritto e la distinzione tra il diritto e la sua modalità.
Il diritto è connesso al concetto di persona, soggetto dotato di un principio attivo, intelligente, supremo e incomunicabile. Essenziale nella persona è la libertà. Il diritto è insito nell’attività della persona. Non scaturisce dalla volontà sovrana dello stato, non ha un fondamento politico, né si basa sull’utilità, la forza o il contratto sociale: è l’attività della persona allorchè rivolta ad altre persone per uno scopo considerato lecito dalla morale.
La proprietà deriva dal dominio che la persona ha sopra ciò che con essa è legato.
Due conseguenze derivano dai rapporti persona-diritto-libertà giuridica-proprietà:
1. la prima si riferisce alla quantità di potere che il governo può esercitare sugli associati. Il potere politico non può essere considerato una quantità fissa perché tende a diminuire man mano che gli individui acquistano un maggiore controllo della loro sfera personale.
2. il potere della società non può estendersi ai diritti che fanno capo alla persona ma solo alla modalità degli stessi, per regolare l’esercizio dei diritti.

Tratto da STORIA DELLE DOTTRINE POLITICHE di Filippo Amelotti
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