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FASI DELLA SECONDA GUERRA MONDIALE


dallo scoppio della guerra (1 settembre 1939) fino all’invasione tedesca dell’Unione Sovietica (giugno-dicembre 1941);
dall’attacco giapponese a Pearl Harbor (7 dicembre 1941), che porta gli USA ad entrare in guerra, fino alla cobelligeranza italiana con le forze alleate (USA, URSS, GB) nel settembre 1943; grandi conferenze.

PRIMA FASE: 1 settembre 1939 la Germania invade la Polonia

2 settembre 1939 l’Italia dichiara la sua non belligeranza;  o sei belligerante o neutrale! Stranezza.
3 settembre 1939 Francia e Gran Bretagna dichiarano guerra alla Germania in difesa della Polonia.

FRONTE ORIENTALE: il blitzkrieg ha pieno successo, infatti il 25 settembre Varsavia è nelle mani dei tedeschi. I sovietici varcano il confine polacco, assestandosi sulla linea stabilita dai protocolli segreti del patto Molotov-Ribbentrop. Il 28 settembre tali accordi sono perfezionati (modifiche del protocollo segreto): l’URSS ottiene la Lituania in cambio di un’avanzata tedesca in Polonia; è Hitler a fare questa proposta, perché crede possibile riaprire la strada del compromesso: infatti vuole utilizzare la Polonia come merce di scambio, pensando che Chamberlain avrebbe accettato più probabilmente una Polonia più piccola ma non una Polonia per metà sovietica; ma ormai l’offensiva di pace di Hitler trova risposta negativa prima dalla Francia e subito dopo dalla Gb, che vede l’ingresso nel governo di uomini come Churchill (fautore dell’intransigenza antigermanica). Nel frattempo Stalin riscuote ciò che gli spetta: Estonia, Lettonia e Lituania accettano l’ingerenza dell’URSS (costruzione di basi sovietiche), ma la Finlandia oppone resistenza: si apre la cosiddetta “guerra d’inverno” (1939-1940), mediocre prova delle armate sovietiche, che incoraggia Hitler a persistere nella sua strategia occidentale, vista la presunta fragilità militare dell’URSS. In questa occasione la Società delle Nazioni ha un ultimo soffio di vita: espelle l’Unione Sovietica (ciò peserà molto quando, sulle ceneri della Società delle Nazioni, nascerà l’Organizzazione delle Nazioni Unite).

FRONTE OCCIDENTALE: il 9 aprile 1940 Hitler occupa Danimarca e Norvegia, per poi rivolgersi verso la Francia. Dopo aver violato la neutralità di Belgio e Olanda, il 14 giugno 1940 le forze tedesche entrano trionfalmente a Parigi. La Germania occupa i 2/3 della Francia e lascia 1/3 ai francesi, repubblica di Vichy. La flotta francese rimane ferma. Il governo francese, stabilito a Vichy, è affidato al filonazista Pètain, il quale firma l’armistizio il 22 giugno 1940 sulla vettura ferroviaria di Rethondes (dove era stato firmato quello del 1918). Quando le operazioni contro la Francia mettono in luce la netta supremazia tedesca, a Mussolini (che aveva espresso mille critiche/perplessità e aveva tentato di sganciarsi da Hitler) non resta che prendere posto al tavolo dei vincitori, così il 10 giugno 1940 l’Italia dichiara guerra ad una Francia morente e alla Gran Bretagna.
La conseguenza dell’entrata in guerra dell’Italia è che la guerra inizierà ad estendersi oltre l’Europa;  area balcanica + nord africa.
Mentre i tedeschi elaborano la strategia contro la Gran Bretagna, rimasta sola a combattere, il 28 ottobre 1940 Mussolini inizia le operazioni contro la Grecia, ma gli esiti negativi costringono le truppe tedesche a soccorrere quelle italiane, imponendo il loro armistizio nel 1941. In questo momento tutta l’Europa è sotto il controllo tedesco, ad eccezione della Gran Bretagna, dove il 9 maggio 1940 Winston Churchill sostituisce Chamberlain nella carica di Primo ministro. Ad agosto Hitler inizia a bombardare sistematicamente la Gb;  la Gb resiste, grazie alla compattezza della società civile britannica e all’utilizzo dei radar (comunque difficoltà a livello economico).
Roosevelt a metà del 1940 è preoccupato dalla piega che sta prendendo il conflitto, dice che gli Usa faranno tutto il possibile senza però inviare uomini. Aiuti cash & carry: io te li do’ ma tu paghi il trasporto (la Gb non era in grado). Una vittoria tedesca non avrebbe consentito la sopravvivenza della democrazia americana, così Churchill decide di incontrare Roosevelt;  accordo raggiunto (anche impegno reciproco di rinuncia al protezionismo) + inizio trattative legge “affitti e prestiti”;  gli Usa sono in guerra ma ancora indirettamente.
Germania e Urss, intanto, si fortificano entrambe e si allontanano progressivamente
Hitler propose un patto a 4 ma tra fraintendimenti vari, l’intesa saltò.
Il 27 settembre 1940 Germania, Giappone e Italia firmano il PATTO TRIPARTITO (alleanza economica, politica e militare), al fine di riconoscere le aree di influenza in Europa ed Asia e di offrirsi reciproca protezione rispetto alle mosse degli Stati Uniti.
OPERAZIONE BARBAROSSA: il Fuhrer prevede l’attacco contro l’Unione Sovietica per il 15 maggio 1941, convinto che la superiorità della macchina militare germanica porti ad una vittoria lampo. Tuttavia incontra ostacoli politico-diplomatici e un’inattesa situazione militare;  la costituzione del governo Simovic in Jugoslavia, favorevole al patto di amicizia coi sovietici;  attacco tedesco i 5 aprile 1941. Il 17 aprile l’esercito jugoslavo firma l’armistizio, mentre i comandi greci firmano la resa il 29 aprile.
L’attacco tedesco all’URSS è così rinviato al 22 giugno 1941: sebbene in un primo momento i sovietici si trovarono in difficoltà e in una situazione di inferiorità, il rinvio risulterà fatale per l’esito dell’impresa a causa del “Generale inverno”; la primavera del 1941, con l’operazione Barbarossa, con l’approvazione della legge Affitti e prestiti, con il trattato di neutralità nippo-sovietico, segna per Hitler l’inizio della fine: se fino ad ora la vita europea è stata dettata dalle sue decisioni, da qui in poi restituisce l’iniziativa agli altri, mettendo in moto il formarsi di una coalizione che ha come obbiettivo un’Europa liberata dal dominio nazista.
L’attacco contro l’Unione Sovietica ha inizio con un ottimismo del tutto fuori luogo, derivante dalla persuasione della superiorità operativa e tecnologica delle forze tedesche. Il successo iniziale convince Stalin della necessità di elaborare una strategia difensiva efficace;  organizza segretamente la resistenza sovietica sia dal punto di vista militare sia dal punto di vista propagandistico; costituisce un Comitato di difesa nazionale e chiama tutto il paese a combattere quella che i sovietici chiamano “la grande guerra patriottica” per l’indipendenza e la libertà democratica (riferimento a Usa e Gb) dei popoli; ciò trasforma l’Armata rossa in un grande esercito di liberazione dalle atrocità tedesche. L’8 dicembre, ormai a pochi chilometri dal centro di Mosca, l’impossibilità di ogni ulteriore avanzata costringe Hitler a sospendere l’offensiva.
Gli STATI UNITI nel frattempo affrontano un processo lento e tortuoso di abbandono dell’isolazionismo: dal 1935 gli USA si astengono dall’intervenire in conflitti che coinvolgono altri paesi, attenendosi alle proprie leggi di neutralità (anche se queste vengono aggirate durante il conflitto sino-giapponese: la Cina nazionalista evita di dichiarare apertamente guerra al Giappone allo scopo di non vedersi chiusi gli aiuti USA; ciò spiega quanto sarà dura per gli USA la perdita della Cina con l’avvento di Mao Tse Tung l’1 ottobre 1949). Nel 1937 ROOSEVELT pronuncia a Chicago il “Discorso della Quarantena”, in cui denuncia il carattere totalitario del nazifascismo paragonando lo scoppio della violenza internazionale ad una malattia contagiosa. Tuttavia tutti i sondaggi esprimono una larga opposizione a qualsiasi coinvolgimento degli Stati Uniti delle vicende europee, perciò fino alle elezioni del 1940, che gli assicurano il terzo mandato, Roosevelt ha le mani legate. A modificare questo stato di cose sopraggiungono contemporaneamente le iniziative tedesche contro Norvegia, Danimarca, Olanda, Belgio, poi l’attacco alla Francia, e al tempo stesso il maturare della convinzione che non si possa più posticipare l’invio di aiuti alla Gran Bretagna. In questa situazione Roosevelt cerca di convincere l’opinione pubblica in due modi:
agendo sul profilo propagandistico: “se la casa del vostro vicino sta bruciando, potreste continuare a rimanere chiusi in casa vostra?”. Ribadisce che la sicurezza americana dipende dalla sopravvivenza della GB, la quale va aiutata con ogni mezzo;
mettendo in atto una strategia step by step: dal 1939 viene messa in atto la politica del CASH AND CARRY (paga e porta via), che permette ai belligeranti di acquistare merci in USA ma solo se in grado di pagare in contanti e di trasportarle su loro navi. Il passo successivo è la presentazione al Congresso del progetto per un LEND-LEASE ACT (Affitti e Prestiti), che permette al Presidente di “vendere, affittare o prestare armi, munizioni, generi alimentari e qualsiasi altro strumento di difesa a quei paesi la cui tutela avesse giudicato vitale per gli Stati Uniti”. Per la prima volta nella sua storia il Regno Unito aspetta ansiosamente l’approvazione di una legge americana, che entra in vigore l’11 marzo 1941. La legge Affitti e Prestiti rappresenta una svolta radicale nella politica di neutralità americana.
In seguito all’approvazione del Lend-Lease Act, Roosevelt e Churchill si incontrano su una barca, agosto 1941, per discutere l’evolvere della situazione mondiale, sottoscrivendo alla fine delle loro conversazioni, il 14 agosto 1941, la CARTA ATLANTICA (seme della nascita dell’ONU);  prevede l’enunciazione dei principi per il futuro ordine mondiale:
- dal p.d.v. politico il disinteresse dei due paesi a ingrandimenti territoriali la restaurazione dei diritti di autogoverno per coloro che ne sono stati privati.
- in economia la libertà d’accesso ai commerci e alle materie prime su basi di eguaglianza, la rinuncia all’uso della forza nell’ambito di un sistema di sicurezza collettivo;
- La Carta auspica inoltre, a seguito della distruzione finale della tirannia nazista, la nascita di un mondo sicuro, pacifico, libero dalla paura e dal bisogno.
Le relazioni Usa-Japan intanto sono sempre più in crisi e falliscono i tentativi di porvi rimedio;  visioni inconciliabili, il Giappone vuole via libera in Cina e Indocina.
Il coinvolgimento statunitense negli affari europei è sempre maggiore, fino ad arrivare al momento che determina l’effettivo ingresso in guerra degli USA: il 7 dicembre 1941 il Giappone attacca la flotta americana ancorata nelle acque di PEARL HARBOR nell’arcipelago delle Hawaii. L’attacco non è stato autoprovocato dagli USA, tuttavia le continue tensioni nel Pacifico rendono evidente che Roosevelt non sia stato completamente colto di sorpresa, pur non potendo prevedere dove e quando si sarebbe verificata l’aggressione.

Tratto da STORIA DELLE RELAZIONI INTERNAZIONALI di Alice Lavinia Oppizzi
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