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L'arte di Franz Wickhoff (Steyr 1853 – Venezia 1909)

L'arte di Franz Wickhoff (Steyr 1853 – Venezia 1909)


Figlio di nobile famiglia, studiò a Vienna con Eitelberger. Ispettore della sezione tessuti nel Museo Austriaco di Vienna dal 1879 al 1895, fu professore all'Università di Vienna dal 1882.
Franz Wickoff è il primo vero componente della scuola di Vienna. Aveva una memoria straordinaria, senso della sfumature più sottili, trascinatore di giovani e amante della verità, profondo conoscitore della letteratura, fu per lungo tempo il più insigne rappresentante della storia dell'arte in Austria e un critico di primissimo ordine.
Wickoff si interessò primariamente di arte classica, medievale, miniatura e arte del Rinascimento italiano, arte contemporanea.

Arte e antica e classica. Il saggio più famoso in questo campo è La Genesi di Vienna, dove si propone di illustrare un codice miniato ritenuto allora del IV secolo d. C. e di cultura campana. Wickoff qui per la prima volta traccia un profilo dell'intero svolgimento dell'arte romana dall'epoca repubblicana al tardo antico, e sosterrà la tesi dell'autonomia dell'arte romana dall'arte greca, in aperto contrasto con le idee dominanti.
Wickoff sosteneva che l'arte romana si distingueva dall'arte greca per:
- Carattere pittorico – coloristico. Evidenziato sia come tratto saliente della pittura sia come tratto peculiare delle varie evoluzioni della cultura.

- Valore illusionistico – spaziale della rappresentazione. È un valore, dice, accentuato a partire dall'età flavio traianea, con una particolare sensibilità prospettica. Il valore illusionistico trova il suo momento più alto nella invenzione della narrazione continuata, dove si disponevano vari episodi di una narrazione, storica o mitologica, sullo stesso fondo paesistico, senza nessun distacco, senza nessun elemento figurativo di separazione.

- Realismo della ritrattistica. La ritrattistica romana possedeva una capacità mimetica e naturalistica, ereditata dai modelli illusionistici etruschi, che era sconosciuta al mondo ellenico.

Tratto da STORIA E CRITICA D'ARTE di Gherardo Fabretti
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