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La scuola di Vienna (Wickoff, Riegl, Dvorak, Von Schlosser)



Con scuola di Vienna non intendiamo una istituzione accademica, quanto un susseguirsi di personaggi eminenti che hanno portato avanti, a volte anche correggendo o contraddicendo le basi dei loro maestri, lo sviluppo della storia dell'arte.  Il termine fu coniato da Julius Von Schlosser in uno dei primi riassunti della storia dell'arte viennese dalla seconda metà dell'800 agli anni Venti del '900.  La prima cattedra di storia dell'arte in Austria, a Vienna, fu ricoperta nel 1852 da Rudolph Eitelberger, che pubblicò due importanti opere: Monumenti artistici degli stati imperiali e Fonti per la storia dell'arte e delle tecniche del Medioevo e del Rinascimento. Fondatore del Museo austriaco per l'arte e l'industria, Eitelberger fu il fondatore della nuova storia dell'arte, adesso intesa come disciplina positiva che sposta l'attenzione degli studi dalla ricostruzione dell'attività artistica connessa alle singole individualità alla analisi precipua delle opere intese come oggetti materiali e delle fonti documentarie.
Ciò che innanzitutto distingue la maggior parte degli studiosi della scuola di Vienna è la loro formazione museale, che si riflette sulle modalità di approcciarsi e analizzare i manufatti.

- Essi avevano un contatto diverso con l'oggetto, e la loro formazione li induceva a individuare storicamente i caratteri tecnici, iconografici, formali e stilistici delle opere, avvalendosi delle fonti documentarie e trascurando l'aspetto soggettivo ed estetizzante che dominava nella critica artistica tardoromantica.
- Li portava a considerare paritariamente ogni forma artistica, senza discriminazioni tra arti ritenute minori, e arti ritenute maggiori.

Ad Eitelberger succese Moritz Thausing, che contribuì alla collocazione rigorosa della storia dell'arte come disciplina scientifica autonoma. Già nel 1873, nel discorso di insediamento, Thausing aveva apertamente dichiarato questo intento: la storia dell'arte è una disciplina scientifica autonoma, che deve procedere con taglio rigorosamente storico e fondarsi sulla peculiarità del vedere artistico; va inolte distinta da altre indagini, come quella estetica e quella archeologica.


È dunque chiaro come la Scuola di Vienna esamini l'oggetto artistico innanzitutto dal punto di vista della forma e dello stile. Innovazione teorica da ricondursi, tra le altre cose, all'enorme peso che la filosofia herbartiana aveva avuto, soprattutto grazie agli studi di Robert Zimmermann.
L'estetica di Herbart è alla base dell'estetica della pura visibilità, che tutti i membri della scuola di Vienna adotteranno per i loro schemi interpretativi.

Tratto da STORIA E CRITICA D'ARTE di Gherardo Fabretti
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