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Ruolo del tempo nella comunicazione


Con la scoperta dei numeri posizionali, si trovò il modo di fissare il tempo come qualcosa che accade tra due punti.  Dall’applicazione di unità visive è derivato il nostro sentimento di tempo come durata e la nostra impazienza tra un avvenimento ed un altro. L’orologio è una macchina che produce ore, minuti e secondi secondo gli schemi della catena di montaggio.  Così trattato il tempo viene separato dall’esperienza umana e non è quindi il dato unico dell’esperienza ad essere entità misuratrice, ma sono unità uniformi ed astratte. Il tempo meccanico ha invaso tutta la vita sensoriale che non risponde più all’impulso interno ma alla scansione dell’orologio. Stampa, catena di montaggio ed orologio contribuirono a creare la crescente frammentazione dei processi.  Nelle culture orientali il tempo era scandito attraverso le diverse graduazioni dell’incenso ovvero sfruttando il senso dell’olfatto.
La tirannia dell’orologio come tripudio di tecnologia meccanica è messa in crisi dall’era elettrica in quanto la scansione e la ripetibilità del tempo sono sostituite dalla ricerca di una molteplicità di ritmi e di una totale compenetrazione tra tempo e spazio.  Il tempo si può sconfiggere nell’era elettronica attraverso lo sconvolgimento delle sue caratteristiche tramite una sufficiente accelerazione. La scansione del tempo è stata basilare nello sviluppo della vita monastica; tuttavia è chiaro che, accettare questa frammentazione dell’esistenza in ore e minute sarebbe stato impensabile fuori da una comunità al alto livello di alfabetismo.  I primi orologi seguivano l’idea della rotazione continua con clessidre ad acqua  o turbine idrauliche, attorno al 1300 si cominciò ad interrompere il movimento rotatorio con la corona ed il bilanciere.  L’orologio asportò l’uomo dal mondo dei ritmi e delle ricorrenze stagionali con la stessa efficacia con cui l’alfabeto lo aveva liberato dalla risonanza magica della parola parlata, della società e della natura. L’orologio e l’alfabeto soggiogano l’universo in frammenti visivi.

Tratto da STORIA E STRUMENTI DELLA COMUNICAZIONE di Asia Marta Muci
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