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Carlo V : il sogno di una monarchia universale


Alla morte di Ferdinando il cattolico (1516) il nipote Carlo d’Asburgo  ereditò la corona di Spagna, ma alla sua candidatura si contrappose il re di Francia Francesco I appoggiato dal pontefice Leone X. Carlo fu eletto all’unanimità della Dieta a Francoforte nel 1519.
Carlo ereditò un orgoglioso denso dinastico, la cultura aristocratica e cavalleresca franco - borgognona, una religiosità sincera e profonda e l’idea imperiale intesa come dovere di guidare la cristianità, di mantenerla unita nella giustizia e nella fede.
Nel suo soggiorno in Spagna egli aveva scontentato la nobiltà locale distribuendo  molte cariche ecclesiastiche e laiche ai fiamminghi e borgognoni e chiese nuove tasse per pagare le spese dell’incoronazione imperiale. Nel 1520 scoppiò una rivolta, nata come una coalizione di città che rivendicavano le proprie autonomie -> rivolta dei comuneros = dei cittadini che però vennero sconfitti da un esercito nobiliare.
L’aumento della popolazione, la prosperità della manifatture di pannilani ( = tessuto morbido do lana) a Segovia, Toledo e Cordoba, di drappi serici  di Granada indicano che sotto Carlo V l’onore della politica imperiale non era ancora sproporzionato alle risorse del paese come avverrà con Filippo II.

Tratto da STORIA MODERNA - 1492-1948 di Selma Aslaoui
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