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La caduta della monarchia


La notte tra il 20-21 giugno 1791 Luigi XVI,con i suoi familiari e un piccolo seguito di servitori verso la frontiera orientale. Bloccata a Varennes,la comitiva fu obbligata a tornare indietro sotto scorta in mezzo ad una folla indignata e silenziosa.
La fuga regia introdusse un'ulteriore divisione tra le forze rivoluzionarie;mentre Robespierre,Marat e altri chiedevano la deposizione del sovrano,la maggioranza finse di credere ad una versione fasulla di un rapimento. Nel frattempo erano stati terminati i lavori da parte dell'Assemblea Nazionale per la redazione della Costituzione;essa preceduta dalla Dichiarazione dei diritti,fu votata dopo lunghe discussioni il 4 settembre 1791.
La costituzione del 1791 manteneva alla monarchia il potere esecutivo,che però consisteva quasi unicamente nelle facoltà di nominare ministri,diplomatici e generali;i poteri regi erano limitati perchè il voto dell'Assemblea era sempre l'ultima istanza. In seguito essa fu sciolta,ma prima dello scioglimento votò una legge in base alla quale i suoi membri non potevano essere eletti a far parte dell'autorità dei circoli e delle società popolari;grazie a ciò la sinistra riuscì gradualmente la sua egemonia all'Assemblea per 3 ragioni;in primo luogo essa era meglio organizzata,disponeva di personaggi abili e popolari ed era appoggiata da club di giacobini dove Robespierre trionfava con la sua oratoria.

In campo economico nel 1790 il raccolto era stato mediocre e al rincaro dei viveri si accompagnavano ora le conseguenze della svalutazione degli assegnati e dei prodotti coloniali.Col carovita le sommosse popolari tornarono soprattutto nella capitale,dove si misero in luce gli "arrabbiati";entrarono in questo contesto anche i "brissottini" guidati dallo stesso Brissot che faceva leva sull'orgoglio nazionale e alla fierezza rivoluzionaria contro le potenze straniere che sembravano minacciare la stabilità statale. Questa politica aveva l'appoggio della corte e nonostante gli avvertimenti di Robespierre si trascinò la grande maggioranza dell'Assemblea legislativa.Il re si lasciò convincere a dichiarare guerra al nuovo "re di Boemia e d'Ungheria",cioè all'imperatore Francesco I:la proposta fu accolta quasi all'unanimità. Ma il fallimento dell'impresa militare non fece che accrescere il malumore popolare arricchiti da contrasti all'interno dell'Assemblea e da accuse di tradimento di corte e aristocratici.
Le Tuileries furono invase da una folla di manifestanti che sfilarono davanti al re obbligandolo a indossare il berretto frigio,simbolo rivoluzionario.
La giornata del 10 agosto ebbe come momenti culminante la creazione di una nuova municipalità(Comune "insurrezionale") e l'assalto al palazzo reale.L'Assemblea legislativa votò la deposizione del re,riconobbe la Comune insurrezionale in attesa che si eleggesse una nuova assemblea (a suffragio universale maschile).
La caduta della monarchia coincideva con una fase nuova caratterizzata dallo scontro tra il potere legale e il potere di fatto esercitato in prima persona dalle masse dei sanculotti.

Tratto da STORIA MODERNA - 1492-1948 di Selma Aslaoui
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